Formazione/ La lettera di un dipendente in difficoltà: “Penso a un gesto estremo”

INVECE IL “GESTO ESTREMO” SAREBBE SBAGLIATO E INUTILE PER LEI E COMPLICHEREBBE LA VITA A SUA MOGLIE E AI SUOI FIGLI. RAZIONALIZZI E ABBIA UN PO’ DI PAZIENZA. LA SITUAZIONE MIGLIORERA’

EGREGIO DIRETTORE

Mi chiamo Giuseppe Raddusa, ho 41 anni, moglie (disoccupata) e 3 figli. Lavoro presso l’ARAM IEFPCATANIA e ci occupiamo solo di OIF. Le scrivo questa lettera perché la mia situazione è diventata a dir poco VERGOGNOSA, ILLEGALE E INCIVILE.

Ad oggi 10/10/2013 sono arrivato a 24 mesi senza stipendio più 2 tredicesime, per non parlare dei 3 stipendi del 2010 che debbo avere dall’Aram Messina.

In questi anni ne ho sentito di tutti i colori da parte di ASSESSORI, PRESIDENTE, FUNZIONARI, DIRIGENTI, SINDACATI, ASSOCIAZIONI ecc.ecc. Ma ormai sono costretto io mia moglie e i miei figli a vivere in una situazione di massimo DEGRADO senza che nessuno affronti questa situazione con la massima urgenza e serietà.

Il nostro ASSESSORE si deve rendere conto che io non posso mandare i miei bambini a scuola (che sono in obbligo scolastico) perché sprovvisti di tutto, e non capisco quale male abbiano fatto per subire una situazione così DRAMMATICA, visto che hanno avuto la fortuna di nascere in un Paese CIVILE e non in uno di quelli dove la guerra la fa da padrone.

Ogni giorno io e la mia famiglia, oltre a subire umiliazioni continue, siamo costretti a subire (PER ORA MINACCE) da usurai a cui mi sono rivolto per garantire un pasto ai miei figli.

SIGN. DIRETTORE, le ho scritto tutto ciò perché ormai stanco di tutto, le istituzioni debbono sapere che il sottoscritto è disposto in tempi brevissimi a fare qualche gesto ECLATANTE se può servire a fare avere tutti i diritti che le spettano ai miei figli.

RADDUSA GIUSEPPE

Tanto per cominciare, non faccia stupidaggini: il suo “gesto eclatante”, oltre danneggiare lei, danneggerebbe sua moglie e i suoi figli. In secondo luogo, non servirebbe per dare diritti a sua moglie e ai suoi figli.

Mantenga la calma e razionalizzi. Guardi bene in faccia il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra: e lei vorrebbe compiere un atto eclatante per darla vinta a questi due personaggi? Sta scherzando?

Signor Raddusa: lei agli altri deve fare marcire, salvaguardando se stesso e la sua famiglia.

Sappia, signor Raddusa, che non c’è nulla di male ad essere poveri: e sappia che tantissima gente, oggi, in Italia, non arriva alla fine del mese. Ma non per questo bisogna scoraggiarsi e pensare e gesti sbagliati e poco intelligenti che, come lo ho già detto, danneggerebbero solo sua moglie e i figli. 

Sappia che, proprio nel suo settore – la formazione professionale – tanta gente, in Sicilia, è nella sua condizione.

Dia retta a me: in primo luogo, parli con qualche sacerdote serio: perché la Chiesa cattolica, al di là delle fesserie che si sentono in giro, è l’unica istituzione che si occupa di chi è in difficoltà.

Insieme con il sacerdote contatti i servizi sociali del suo Comune: perché l’istruzione è un diritto dei suoi figli e le istituzioni pubbliche, in un modo o nell’altro, la devono garantire.

Se ci sono strozzini che le chiedono i soldi, si rivolga alle forze dell’ordine e chieda la loro tutela. Lo Stato nel nostro Paese, nonostante i nostri politici, c’è e funziona.

Le possibili soluzioni si possono trovare. Magari pregando un po’ nostro Signore Iddio. E la Madonna.

E stia tranquillo: il tempo di certi signori sta per finire. Su con il morale.

g.a.

Redazione

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