Al lavoro i “grandi manovratori” per cancellare le garanzie occupazionali nel settore della formazione professionale. Da indiscrezioni assunte parrebbe in dirittura d’arrivo la norma abrogativa della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 e delle leggi regionali successive.
Un impianto normativo messo già in crisi dalla gestione politico-amministrativa degli ultimi due anni in assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale. Una riforma voluta ed attuata dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dal dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale, Ludovico Albert e dall’assessore pro tempore al ramo, Mario Centorrino (il trio delle meraviglie soprannominato LAC).
La cosiddetta “buona formazione” si è rivelata il lasciapassare per l’elusione delle leggi ad oggi in vigore. Dicevamo di grandi manovre per abrogare la legge regionale 24/76. Proprio così, parrebbe essere stata inserita nel cosiddetto “bozzone di bilancio” in corso di elaborazione in assessorato regionale all’Economia (documento economico-finanziario preliminare al bilancio di esercizio). Una norma che cancellerebbe definitivamente il sistema di garanzie occupazionali per i dipendenti della formazione professionale.
Sempre se fosse vero Gaetano Armao, assessore all’Economia, assumerebbe le vesti del tagliatore di teste, una sorta di noveau Robespierre. Significherebbe trasformare un settore con livelli stabili di occupazione in un sistema fondato sul precariato. Se dovesse essere vero significherebbe “mani libere” sull’accesso alle nuove assunzioni (in entrata) e sui licenziamenti facili (in uscita).
Ricordiamo che la legge regionale 24/76 è a tutt’oggi in vigore e parte dell’ordinamento giuridico, non risultando essere stata abrogata neanche parzialmente da nessuna normativa regionale o nazionale successiva. Peraltro, la legge regionale n.23 del 23 dicembre 2002 non ha affatto abrogato la n.24/76, ma ha esteso le modalità previste per le attività formative cofinanziate dal Fondo sociale europeo (Fse) alla realizzazione del Piano per la formazione professionale di cui alla legge regionale 24/76 e successive modifiche ed integrazioni”, con decorrenza dal 1^ gennaio 2003. Previsione contenuta nell’articolo 39 comma 1^ della legge regionale 23/2002.
Diversi studiosi della materia ritengono possibile un’armonizzazione tra i dettami normativi e l’Avviso 20/2011. Ed allora perché tanta avversione alle leggi di settore? Quali interessi parrebbero spingere i promotori all’uso della tagliola? Cosa si cela dietro la proposta abrogativa? Perché è stata sabotata l’armonizzazione tra l’Avviso 20/2011 ed il sistema di norme regionali di settore in atto in vigore?
Forse servivano nuovi meccanismi per i licenziamenti facili? Le spontanee iniziative poste in essere dagli operatori della formazione professionale nelle scorse settimane probabilmente hanno guastato i programmi di qualche gruppo di potere. Ed allora cosa fare? Tagliare la testa al toro, cioè abrogare le norme e che non se ne parli più.
Approfondiremo nei prossimi giorni l’indiscrezione per capire meglio e con più certezza cosa stanno progettando i “grandi manovratori”.
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