Formazione: il fallimento del Governo regionale secondo la Uil Scuola

Non c’è serenità nel settore della formazione professionale e così, anche durante i lavori dell’ottava Conferenza d’Organizzazione della Uil Sicilia, celebrata lo scorso 28 maggio, si è affrontata la grave crisi istituzionale e sociale in cui versa il settore. In una lunga chiacchierata con il nostro giornale, il responsabile regionale di settore della Uil scuola, Giuseppe Raimondi, ha riferito i contenuti essenziali del suo intervento.

La relazione affonda duri colpi sulle responsabilità del Governo regionale precedente e attuale, entrambi responsabili della gravissima crisi in cui versa il settore. Nel corso del suo intervento, alla presenza del Segretario Generale, Luigi Angeletti e del Segretario regionale, Claudio Barone, Raimondi ha puntato il dito sullo stato di salute del sistema formativo regionale. Un settore che per complessità, dimensione e finanziamento non ha eguali in Europa. Un settore che attende da troppo tempo un vero intervento riformatore e per il quale il sindacato non si è mai sottratto a un autentico e serio confronto sull’argomento. Abbiamo posto a Raimondi alcune domande.

Nel suo intervento di qualche giorno fa ha richiamato l’attenzione dei presenti sul fallimento dell’azione politica del precedente esecutivo, guidato da Raffaele Lombardo, che nel passaggio dalla legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 all’Avviso 20/2011 ha lasciato sul selciato 700 licenziati. Può spiegare il perché, a suo avviso, il Governo Lombardo non ha brillato?

“Lombardo non ha saputo governare la transizione da un sistema di regole regionali trentennali a un sistema fondato esclusivamente su regole Fse. Il Professore Mario Centorrino, allora assessore regionale alla Formazione professionale, ha sovvertito una delle regole sacre dell’economia dimostrando che, pur investendo oltre 30 milioni di euro in più nel settore della formazione professionale, in Sicilia si riesce tuttavia ad ottenere un risultato che consta centinaia di licenziamenti. Ludovico Albert, allora dirigente generale del settore, fece sballare tutti i conti della Cassa integrazione in Sicilia e non riuscì a stabilire, con il Ministero del Lavoro, un piano di esodo del personale, disattendendo così agli impegni assunti con la sottoscrizione dell’accordo sulla buona formazione dell’ aprile 2011 che, lo ricordo, la Uil non firmò”.

Qual è stato l’atteggiamento della Uil nel passaggio da un esecutivo fallimentare al nuovo governo del presidente Crocetta?

A fronte di questo quadro di settore, ereditato dal precedente Governo, la Uil aveva aperto una ‘linea di credito’ al Governo del presidente Rosario Crocetta, che appariva ben intenzionato a mettere mano a un processo di riorganizzazione del sistema formativo regionale, riservando grande attenzione ai lavoratori del settore. Strada facendo, però, ci siamo accorti che il Governo non aveva – e non ha ad oggi – un progetto. Ma la cosa più grave é che non sembra avere la consapevolezza del quadro problematico che ha davanti. L’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra, non sembra rendersi conto che il sistema formativo, in tutte e tre le filiere (Oif, Interventi e Servizi) è costretto ad una condizione patologica e non fisiologica”.

Cosa intende dire per condizione patologica?

“Le rispondo con due esempi emblematici. L’Obbligo formativo (Oif), per esempio, che è settore rilevante sul piano sociale, già fortemente trascurato da Albert, è stato assolutamente dimenticato da questo Governo. Che senso ha parlare della necessità di intervenire in taluni territori per sottrarre i giovani alle grinfie della mafia e poi, quando bisogna intervenire contro l’abbandono e la dispersione scolastica, gli Enti formativi, che operano con serietà e professionalità, non sono messi nelle condizioni di svolgere la funzione educativa e didattica che la legge gli assegna? A Barcellona e Messina 75 famiglie, alcune delle quali sono state già raggiunte dai servizi sociali, attendono da gennaio di quest’anno un provvedimento che garantisca un percorso di istruzione e formazione ai loro figli”.

Vediamo il secondo esempio.

“Gli Sportelli Multifunzionali, altro esempio eclatante, hanno attuato in Sicilia le politiche attive del lavoro, che l’amministrazione periferica del lavoro non avrebbe potuto erogare; hanno sorretto l’attività complessiva dei Centri per l’Impiego, ricevendo gran parte dei cittadini utenti; hanno sempre e prontamente risposto alla chiamata del Dipartimento Lavoro nelle situazioni di emergenza (cantieri di lavoro, Gesip, aggiornamento pubblici dipendenti) e nonostante ciò, ancora oggi, non si conosce esattamente il destino dei 1850 lavoratori”.

Come giustifica la tensione che da settimane si respira nel settore della formazione professionale?

“La situazione venutasi a creare nel settore non è più sostenibile. Enti storici, che hanno davvero fatto la storia della formazione nel mondo, sono in ginocchio e al collasso. I lavoratori sono creditori da un minimo di 3, ad un massimo di 19, mensilità! Sono prossimi all’indigenza e non c’è circuito amicale o parentale che possa più aiutarli. Noi, il morto nel settore della formazione professionale, non lo vogliamo. Ma è questa la rivoluzione annunciata dal Governo? Non è accettabile che, per incontrare il presidente della Regione, che pure ha il merito di sbloccare situazioni difficili di grande rilievo sociale, per discutere delle forti criticità del settore formativo, si debba ricorrere a continui scioperi generali. Come è possibile che chi non comprende e non conosce le vere problematiche del settore abbia, in mano, la sorte di 10 mila lavoratori? La protesta quindi continuerà anche dopo il 4 giugno, giornata in cui è stato proclamato il terzo sciopero regionale, almeno fino a quando non arriveranno risposte concrete dal Governo”.

Il giudizio della Uil Scuola sull’operato dell’assessore alla Formazione professionale è negativo. Perché?

“È incredibile, ma a fronte del via libera dell’Unione Europea alla coerenza tra Piano giovani e seconda annualità dell’Avviso 20/2011, l’assessore Scilabra si ostina a dire di no. Così come è altrettanto paradossale che anche i Ministeri del Lavoro e della Coerenza territoriale si siano espressi favorevolmente per la copertura finanziaria dell’Avviso citato e la Scilabra continui a sostenere l’ipotesi di non avviare il 100 per cento dei corsi. Ma è così difficile comprendere il meccanismo della spesa del Fse, secondo il quale più spesa viene effettuata e certificata più risorse si riceveranno in futuro?”.

Voi siete stati critici sulle relazioni politiche tra l’esecutivo, guidato dal presidente Crocetta, e Confindustria Sicilia. Cosa non vi convince?

“Quanto al rapporto tra l’attuale esecutivo e Confindustria Sicilia dico che gli ultimi veri imprenditori, in Sicilia, sono stati i Florio e che le imprese siciliane, in passato, hanno ricevuto montagne di miliardi delle vecchie lire senza svolgere neanche un’ora di formazione e senza creare un solo posto di lavoro. Oggi si tenta di far passare l’assunto secondo il quale, se le risorse sono utilizzate da Confindustria, sono benedette dal Signore; se le utilizzano altri, come gli Enti di formazione, è sperpero. Qualche hanno fa, testimone l’attuale Segretario Organizzativo Nazionale della Uil, Fincantieri si lamentò che non riusciva a trovare saldatori nel mercato siciliano. L’indomani, ai cancelli di Fincantieri, se ne presentarono oltre 40 ma nessuno di loro fu assunto. Quindi basta con gli attacchi strumentali, noi per primi vogliamo un sistema utile e trasparente, e quindi mettiamo assieme le energie migliori che questa Regione possiede per uscire da questa situazione e riformare il settore”.

 

Giuseppe Messina

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