Formazione, il Cga dà ragione a Informhouse

In Sicilia l’obbligo di istruzione è diventato un optional. La frequenza scolastica per i minori, sotto i sedici anni non pare essere più obbligatoria. Uno stato delle cose che è a dir poco scandaloso. A denunciarlo, già da alcune settimane, sono gli Enti cattolici aderenti all’associazione Confap.

In questo marasma generale, pubblichiamo volentieri la notizia della battaglia vinta dall’Ente di formazione Informhouse per garantire il servizio formativo in favore di alunni in obbligo scolastico.

Partiamo dall’Ordinanza del 21 febbraio scorso n.100/13, iscritta al Registro generale n.62/13 del Consiglio di giustia ammnistrativa della Regione siciliana. Informhouse è un Ente di formazione professionale finito nel mirino degli ambienti pidiessini. Quindi, sotto la gestione del dirigente generale alla Formazione professionale, lo “sceriffo” Ludovico Albert, è stato chiuso con la revoca dell’accreditamento, pare per violazione delle norme sui contratti di lavoro.

Risultato? Chiusura delle attività e una ventina di lavoratori licenziati. Chiusi quindi anche i corsi di formazione con destinatari alunni in obbligo scolastico. L’Ente si è ribellato alla decisione assunta dall’amministrazione regionale. Informhouse ha ottenuto, dicevamo, una decisione favorevole dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (Cga). Vediamo di che si tratta.

L’ente Informhouse ha subito la revoca dell’accreditamento da parte dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale per presunte irregolarità nella contrattualizzazione del proprio personale. Un Ente che si caratterizza per la consistente attività nel settore dell’Oif. Quello dell’obbligo scolastico è un servizio erogato nel rispetto di precise leggi nazionali e regionali. I ragazzi fino al compimento del sedicesimo anno di età sono tenuti, infatti, a frequentare un percorso di istruzione o alternativamente un corso di formazione professionale.

Il ricorso al Cga da parte di Informhouse contro l’assessorato regionale alla Formazione professionale è stato reso necessario per richiedere l’annullamento dell”Ordinanza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) Sezione II n.837/12. Decisione in primo grado che aveva escluso dal Piano regionale dell’offerta formativa del 2012, meglio conosciuto come Avviso 19/2011, proprio Informhouse.

I giudici amministrativi hanno riconosciuto il principio della salvaguardia degli interessi pubblici, provvedendo alla sospensione del provvedimento dirigenziale di revoca dell’accreditamento, firmato poi dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione della Regione.

La sospensione degli effetti afferisce solamente alla possibilità di portare a compimento le attività didattiche già avviate nel segmento dell’obbligo scolastico (Oif). Riportiamo di seguito il passaggio saliente dell’Ordinanza emessa dal Cga.

“Ritenuto che a un primo sommario esame l’appello appare sorretto da consistente “fumus” sotto il profilo, di carattere procedimentale, inerente la omessa espressione del parere della Commissione regionale di cui all’art. 15 della l.reg. 24/76 (pag. 33 ric. app.). Inoltre, che, tenuto anche conto delle delucidazioni fornite dalla difesa della società appellante nell’odierna camera di consiglio, il decreto del dirigente generale, impugnato in primo grado di revoca dell’accreditamento è in grado di arrecare all’appellante un danno grave e irreparabile, mentre gli interessi pubblici coinvolti nella vicenda oggettivamente contraddistinti da profili di particolare sensibilità, potranno essere salvaguardati mediante una decisione in tempi rapidi della controversia in primo grado”.

Con dette motivazioni e’ stato accolto in parte l’appello cautelare con la sospensione dell’esecuzione del Decreto dirigenziale di revoca dell’accreditamento, impugnato in primo grado, nella parte in cui non consente la prosecuzione dei corsi di formazione in essere fino alle scadenze previste.

Diversi i profili che emergono dalla sentenza del Cga. Errori procedimentali come quello di non acquisire preventivamente il parere della Commissione regionale per “Impiego (Cri) gettano dubbi su tutti i Piani precedentemente approvati senza l’acquisizione preventiva del parere da parte di detto organismo. Un vero e proprio puzzle.

Il Governo che fa? L’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, che iniziative ha assunto o intenderà adottare? Domande dalle difficili soluzioni vista l’inerzia dimostrata fino ad oggi dalla giovane assessore. E pensare che altri Enti formativi sono stati ‘ghigliottinati’ da provvedimenti di tale portata assunti dall’amministrazione regionale nel tempo. Atti che hanno arrecato notevoli danni a famiglie di minori a rischio impossibilitati a frequentare un corso di formazione.

Una colossale vergogna, quella de Governo regionale precedente, alla quale rischia di associarsi anche la compagine governativa guidata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha ereditato un settore allo sbando.

A rischio, desso, anche il rispetto del diritto costituzionalmente garantito di libero accesso a un percorso di istruzione organizzato da un ente di formazione qualsiasi.

Di fatto, nella nostra Isola, per l’attuazione di questi sacrosanti diritti passano mesi e mesi per ottenere giustizia dall’autorità giudiziaria. Tutto questo per responsabilità dell’amministrazione. . La legge da sola non basta. E’ quello che succede dal 2008 ad oggi nel settore dell’obbligo scolastico (OIF).

 

Giuseppe Messina

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