Formazione, i sindacati pronti allo sciopero

Le continue inadempienze del Governo regionale uniscono il mondo sindacale nel settore della Formazione professionale. La questione è sempre la stessa, quella dell’emergenza retribuzioni. Gli stipendi non percepiti dai lavoratori del settore vanno dai 10 ai 23 mesi, una situazione allarmante, un ritardo non più giustificabile, che ha pregiudicato “il presente” di migliaia di operatori.

E quindi, dopo essere stato diffidato dai sindacati confederali nei giorni scorsi, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha dovuto incassare un altro “boccone amaro”. Di cosa trattasi? Della diffida e messa in mora anche da parte di quei sindacati cosiddetti dialoganti e più vicini al Governo e all’assessore al ramo, Nelli Scialbra.

Si tratta dei sindacati autonomi Asilfop, Unione Lavoratori Liberi (Ull), Gli Irriducibili della Formazione professionale, Cobas Scuola, Cub Scuola che, in una nota del 4 luglio scorso hanno diffidato e messo in mora il governatore della Sicilia. Motivo? I sindacati autonomi chiedono al Governo regionale, visto il perdurare dei ritardi nei pagamenti delle retribuzioni pregresse in favore dei lavoratori degli enti formativi, l’applicazione dell’art. 5 del Decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 05 ottobre 2010 e dell’articolo 14 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976.

In pratica, l’inconsistente azione politica dell’assessore regionale per la Formazione professionale, Nelli Scilabra e la sterile attività amministrativa del dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello, che trovano conferma nella incapacità di accelerare le procedure di emissione dei titoli di spesa, hanno provocato la reazione anche della compagine sindacale che aveva sostenuto le ragioni del governo regionale sottoscrivendo, ancor prima dei sindacati confederali, l’accordo congiunto lo scorso 3 giugno.

Documento che aveva costituito un fortissimo segnale di discontinuità nelle storiche relazioni sindacali nel settore della Formazione professionale. Tutto bruciato? Forse. Per chiarire la vicenda, il giovane assessore regionale sembrerebbe essere rimasto “senza spalla”, senza un riferimento sindacale sul quale appoggiarsi nei momenti di necessità.

Questo appare il quadro come delineatosi dai fatti accaduti nei giorni scorsi. Almeno sulla delicatissima vertenza del ritardato pagamento delle retribuzioni pregresse ai circa 10 mila lavoratori delle tre filiere: Interventi formativi (Avviso 20/2011), Servizi formativi (Sportelli multifunzionali di cui agli avvisi 1 e 2 del 2010) e l’Obbligo formativo (Oif), rsi registra il totale fallimento. Che appare estensibile anche nella scarsa, inefficace e inefficiente attività politico-amministrativa dell’assessore al Lavoro, Ester Bonafede.

Un fallimento dietro l’altro quello che accomuna le tre donne a capo di strategici rami della Regione siciliana. Proprio così, perché la terza protagonista di questo sfascio sembrerebbe essere proprio il dirigente generale “di ferro”, Anna Rosa Corsello. Dirigente “tutto fare”, oggi a capo del dipartimento Lavoro, del dipartimento Formazione professionale (ad interim) e dell’Autorità di Gestione del Fondo sociale europeo. Troppi incarichi, troppi impegni, troppe difficoltà, troppe complessità? Chissà! Un fatto è certo però, la Corsello ad oggi gode della assoluta fiducia dei vertici di Palazzo D’Orleans e quindi non ha alcun motivo per preoccuparsi sul suo futuro.

Infatti, resta al suo posto, anzi, a “timone” delle sue tre navi, che la accomuna al grande comandante genovese, Cristoforo Colombo. La questione dei tanti incarichi, peraltro delicata per i eventuali possibili risvolti di altra natura, rischia di spostare l’attenzione dal vero problema che ha strozzato il settore della formazione professionale in Sicilia e cioè, il pagamento con regolarità delle retribuzioni ai lavoratori degli enti formativi. Soggetti, quest’ultimi, a loro volta attuatori di servizi formativi e di orientamento attraverso l’appalto di “servizi” instaurato con la Regione siciliana. Chi è l’inadempiente a questo punto? Per i lavoratori poco cambia saper a chi attribuire la responsabilità di questo sfascio. I lavoratori non sopportano più le parole sviolinate e seguite da altre parole. Serve solamente il rispetto del diritto alla retribuzione a lavoro eseguito.

I citati sindacati autonomi, che per primi avevano aperto una linea di credito al Governo regionale e all’assessore Scilabra, sottoscrivendo il già summenzionato accordo istituzionale, adesso attaccano l’inadempienza lapalissiana dell’amministrazione e il mancato impegno sul riconoscimento delle spettanze maturate dai lavoratori per l’effettiva attività prestata sul luogo di lavoro. Nella lettera indirizzata al presidente Crocetta, i sindacati precisano che: “malgrado le molteplici promesse e impegni assunti, da codesta amministrazione, con i lavoratori rappresentati dalle scriventi organizzazioni sociali e sindacali, anche attraverso la sottoscrizione del documento stilato congiuntamente il 03 giugno 2013, i lavoratori del comparto, continuano a non percepire gli stipendi mediamente da 10 a 23 mesi. Gli Enti, non intendono o non possono più assicurare la regolare erogazione degli stipendi con cadenza mensile al proprio personale. Questo malgrado il consolidato rapporto instauratosi fra gli stessi Enti di formazione e la Regione siciliana attraverso l’appalto di “servizi”, attuato con l’approvazione in favore degli Enti di Formazione, delle attività di cui all’Avviso 20/2011 e del relativo finanziamento”.

Sulla scorta di tali considerazioni e nel convincimento che ogni giorno di ritardo potrebbe essere causa di gesti e comportamenti sopra le righe,i sindacati autonomi, senza alcuna esitazione, hanno posto in mora e diffidato, come dicevamo, il presidente Crocetta e l’amministrazione regionale. Riportiamo il testo della richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali autonome al presidente Crocetta “a volere procedere, nell’immediato, al pagamento delle retribuzioni arretrate in sostituzione degli Enti di formazione. Richiesta avanzata dai citati sindacati in applicazione di quanto previsto dall’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 5 ottobre 2010, della disciplina contenuta nel decreto legislativo n.163 del 12 aprile 2006 in materia di “appalto di servizio”, che la Regione Siciliana mette in essere erogando il servizio pubblico per la formazione professionale attraverso gli enti di formazione e dei pareri dell’Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana n.303/2006 e n.262/2008 .

In assenza di risposte immediate sullo sblocco dei pagamenti le rappresentanze sociali e sindacali dei lavoratori della Formazione professionale si sono riservati, come precisato nella menzionata lettera, di indire opportune forme di lotta per sottrarre dall’indigenza, dalla povertà, dalla disperazione e dalle grinfie degli usurai i lavoratori e le loro famiglie. È trascorsa la prima delle quattro settimane del mese di luglio e non si intravvedono segnali di inversione di marcia da parte del governo regionale sulla vertenza del mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori della Formazione professionale.

Recentemente, il settore ha registrato fatti di cronaca luttuosi che hanno alzato il livello di insofferenza delle famiglie coinvolte nello sfascio politico-amministrativo dell’azione di governo nel settore della formazione professionale. E’ dovere del governo regionale garantire la pace sociale e un’adeguata qualità della vita di ogni siciliano, compreso i lavoratori degli Enti formativi. Il tempo dell’attesa è finito, ulteriori ritardi potrebbero accendere animi esasperati da 2 anni di attesa dello stipendio sudato col lavoro. Scenario che va evitato a tutti i costi. Basta scherzare, il momento di agire è arrivato da un pezzo, se ne rendano conto coloro che rivestono incarichi operativi apicali a livello istituzionale. Il tempo per azionare l’idromassaggio c’è, per ristorare i lavoratori non più.

Giuseppe Messina

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