Formazione, i retroscena del trasferimento di Antonio Di Prima

Formazione professionale siciliana: cominciano a venire fuori le prime indiscrezioni sul trasferimento del funzionari dell’ufficio ragioneria, Antonio Di Prima. Sono indiscrezioni ‘pesanti’. Che capovolgono la ‘lettura’ di quello che è avvenuto e, soprattutto, le responsabilità. Chi esce malissimo da questa storia sono l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, e la dirigente generale ad interim del settore, Anna Rosa Corsello. Ma vediamo di capire come sono andare le cose.

Da un’indiscrezione apprendiamo che tutta la storia ruota attorno a un mandato di pagamento in favore di un Ente di formazione cattolico. Il titolo di spesa reca la data 18 marzo. Invitiamo i lettori a seguire con attenzione le date. Perché è seguendo le date che vengono fuori fatti piuttosto gravi che, fino ad oggi, non sono stati sanzionati.

Con l’emissione, il titolo di spesa è stato caricato sulla piattaforma dei pagamenti della Regione siciliana, conosciuta con l’acronimo Sic. Ironia della sorte, dopo due mesi, l’Ente formativo interessato non aveva ancora ricevuto alcun accreditamento.

Risulterebbe anche che il legale rappresentante del citato Ente cattolico avrebbe, in occasione dell’incontro dello scorso 9 maggio, sollecitato il presidente della Regione, Rosario Crocetta, a sbloccare il mandato di pagamento, denunciando il ritardo di circa due mesi, della ragioneria centrale presso l’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale nel liquidare il titolo di spesa.

Pare anche, stante all’indiscrezione, che Crocetta si sia arrabbiato – e molto – per il ritardo e che ciò avrebbe determinato il trasferimento del funzionario Antonino Di Prima dall’ufficio di ragioneria.

Peccato però che le cose non siano andate così come sono state riferite al presidente della Regione. La verità? Ve la raccontiamo noi.

Il titolo di spesa in favore dell’Ente cattolico in questione è stato realmente caricato sul sistema informatico Sic lo scorso 18 marzo. Per procedere alla liquidazione, però, dal dipartimento regionale Formazione professionale il carteggio con tutta la documentazione deve essere trasmesso in cartaceo all’ufficio di ragioneria. Nel caso specifico, sono trascorsi altri cinquantadue giorni prima che la documentazione affluisse negli uffici di ragioneria. Ritardo, quindi, non imputabile ai funzionari contabili. 

Ma c’è dell’altro. Dall’esame della documentazione contenuta del cartaceo è emerso che il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) è stato rilasciato all’Ente cattolico in data 24 aprile, ben oltre la data di emissione del mandato di pagamento (che, come già ricordato, è stato caricato sul Sic il 18 marzo). Così come la liberatoria dell’antimafia è pervenuta solamente l’8 maggio. Il mandato, per la cronaca, è stato posto in liquidazione il giorno successivo alla ricezione della documentazione presso gli uffici di ragioneria.

In estrema sintesi, dall’esame delle date emerge con chiarezza dove allocare le responsabilità del rallentamento dell’iter procedurale. Un’ulteriore conferma che, inequivocabilmente, mette di fronte alle responsabilità la gestione dell’assessore Scilabra e del dirigente generale ad interim, Anna Rosa Corsello.

Chiediamo all’assessore Scilabra e alla dottoressa Corsello: erano al corrente del fatto che un titolo di spesa è stato caricato sul Sic ancor prima di aver verificato la correttezza del Durc? Anzi, prima che lo stesso Durc fosse arrivato negli uffici dell’assessorato? Sono al corrente del fatto che un Ente stava per essere pagato senza aver prima presentato la certificazione antimafia?

Come abbiamo raccontato, il 9 maggio scorso, davanti alle proteste dei rappresentanti di questo Ente cattolico, il presidente ella Regione si sarebbe innervosito per i ritardi. Forse il governatore, prima di adottare provvedimenti, dovrebbe informarsi meglio. Gli avrebbero spiegato che prima di liquidare i soldi a un Ente serve la verifica del Durc e, soprattutto, visto che siamo in Sicilia, serva la documentazione antimafia. A meno che l’antimafia non debba essere fatta di chiacchiere.

Di fatto, assistiamo a un’amministrazione che aveva emesso un mandato di pagamento senza prima aver verificato il Durc e senza aver verificato la certificazione antimafia. Per coprire una grave scorrettezza amministrativa è stato colpito un funzionario che non c’entrava nulla e che stava solo svolgendo il proprio lavoro.

Forse il dottore Di Prima è stato rimosso perché non ha liquidato le somme all’Ente in assenza del Durc e della certificazione antimafia? Non lo vogliamo nemmeno pensare.

Mentre negli uffici del dipartimento Formazione succede questo ed altro, il Governo regionale continua a bloccare l’emissione dei titoli di spesa (tranne quelli senza Durc e certificazione antimafia…) e i lavoratori della formazione professionale, dopo mesi e mesi, continuano impietosamente a restare all’asciutto. Continua il caos, insomma. Una confusione voluta? Può darsi.

Dopo settimane di attesa, Enti formativi e dipendenti attendono inutilmente l’arrivo degli acconti per l’attività già realizzata a valere sull’Avviso 20/2011. Faros, la piattaforma informatica che gestisce l’attività didattica e certifica la spesa sostenuta, rimane ancora inutilizzabile. Uno scandalo che in silenzio si perpetra a danno di Enti e lavoratori. Uffici svuotati, scarso il personale impiegato nell’erogazione dei mandati di pagamento, sollevato dall’incarico – come abbiamo già ricordato – anche il funzionario preposto alla liquidazione dei citati mandati di pagamento.

Una confusione che alimenta disfunzioni e inutili aspettative. Una gestione degli uffici che pare sia stata voluta dall’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra. Nonostante la scarsa conoscenza della materia e la poca dimestichezza con la ‘macchina’ amministrativa, la giovane esponente del Governo guidato da Rosario Crocetta avrebbe costruito un vero e proprio clima di terrore tra i corridoi degli uffici dell’assessorato. Quali i risultati? Un gran casino.

Ci chiediamo: il presidente Crocetta ritiene ancora affidabile questo assessore? Inoltre, secondo ulteriori indiscrezioni raccolte pare, lo dicevamo già, che l’assessore Scilabra (alias Beppe Lumia) e il suo gruppo di collaboratori, abbiano instaurato una sorta di “clima di terrore” tra i corridoi degli uffici del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale. Un assessorato ridotto all’osso e allo sbando, dove i funzionari, impauriti, sembrano inibiti anche nello scrivere ed emettere un mandato di pagamento. E se lo fanno, subiscono il successivo immobilismo del cosiddetto “camminatore” che, senza precise direttive, non compie alcun passo per trasferire dal dipartimento Formazione professionale alla ragioneria centrale l’elenco di trasmissione contenente i titoli di spesa emessi dal servizio gestione. Sembra la tela di Penelope. Quello che viene prodotto la mattina, si smonta la sera.

Risulterebbero bloccati preso la ragioneria circa cinquecento mandati di pagamento contenenti gli stipendi dei lavoratori della formazione professionale. È spontaneo chiedersi: ma a tenere affamati i dipendenti degli Enti il governo ci guadagna qualcosa?

Il Presidente Crocetta farebbe bene a sentire i funzionari, anziché lasciarsi convincere dalla giovane assessore. O forse Presidente e assessore danno vita a un gioco delle parti sulla pelle di oltre 9 mila lavoratori? Domande che abbiamo già proposto in un precedente articolo e che reiteriamo convinti, come siamo, che resteranno lettera morta. Questo Governo, sulla formazione professionale, sta ‘toppando’. Almeno ad oggi le cose stanno così. I lavoratori della formazione professionali sono passati dalla padella alla brace o, per meglio dire, dal famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino) al “Trio dei sogni e dei rinvii” CSC (Crocetta, Scilabra, Corsello). Un cambio poco promettente.

 

Giuseppe Messina

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