Sono gli ultimi sgoccioli di una controversa e chiacchierata stagione politico-istituzionale. Volge al termine miseramente l’esperienza “lombardiana” in Sicilia. Raffaele Lombardo, presidente non proprio dimissionario della Regione siciliana, ha sagacemente saputo “sfruttare” l’ennesima opportunità partorita da una precaria straordinarietà nella gestione poco ordinaria della “casa pubblica”.
Infatti, per distribuire a favore di forestali e operatori della formazione professionale i fondi necessari al riconoscimento dei diritti acquisiti da queste bistrattate categorie, Raffaele Lombardo, in sella più di prima, pare abbia chiesto aiuto ai sindacati storici.
Da un lato, il presidente promuove sigle sindacali “pseudo autonomiste” per poi “posarle” un attimo dopo e rivolgersi, quando la partita si fa rischiosa, ai soliti sindacati garantisti. Infatti, un migliaio di lavoratori, guidati per l’appunto dai “garantisti”, sono scesi in Piazza Indipendenza per alzare il tono della protesta sotto i balconi della Presidenza della Regione, naturalmente a Palermo. Obiettivo? Ovviamente pressare il Governo a compiere un atto dovuto pagare gli stipendi a categorie sofferenti di lavoratori. Una prassi divenuta strutturata con l’avvento di Lombardo a Palazzo d’Orleans.
Una gestione delle grandi vertenze di lavoro caratterizzate da carente programmazione e centrata sulla straordinarietà dell’azione di governo, divenuta condizione di ordinarietà. In pratica, un “modus operandi” che ha visto i sindacati, i cui leader sono elettoralmente impegnati da settimane essendo candidati, intestarsi le soluzioni ed il Governo regionale giustificarsi verso i tanti scontenti. Ma veniamo ai fatti.
Il Governo centrale ha assegnato alla Sicilia 600 milioni di euro, in deroga al patto di stabilità. E pensare che la richiesta iniziale era di 2 miliardi di euro. Giusto per chiarire il peso politico e la credibilità a Roma di Raffaele Lombardo e del “fido” Gaetano Armao, assessore, quest’ultimo, allEconomia, con la passione per gli uffici romani. Chissà poi perché. Le risorse assegnate alla Sicilia, dicevamo, sono scese a circa 400 milioni di euro (200 i milioni di euro indisponibili perché dirottati verso altre tipologie di spesa). Quindi, assistiamo alla seduta fiume della giunta regionale.
Alla fine pare sia prevalso il criterio della “protesta di piazza”: formazione professionale e forestali hanno avuto risposta. Almeno così sembra. Dal canto loro, i sindacalisti si sono precipitati a riferire, secondo un canovaccio oramai consolidato, i contenuti delle decisioni della giunta agli iscritti, rimasti ore ed ore in “nervosa” attesa in Piazza Indipendenza.
Ma siamo proprio sicuri che le cose siano andate così come si legge sui quotidiani? Diciamo subito che Accursio Gallo, assessore regionale allIstruzione e Formazione professionale è stato di parola. Stanziati 77,5 milioni di euro per la copertura di circa due terzi del complessivo finanziamento comunitario (Fse). Rispettato quindi il criterio del cofinanziamento. Reperite, in pratica, le risorse dal bilancio regionale per sbloccare circa 143 milioni di euro, che equivale al 50 per cento del finanziamento totale a valere sull’Avviso 20/2011. Ciò significa che le “società di capitali”, che si occupano anche di formazione potranno aprire i battenti.
Ludovico Albert, potente dirigente generale pidiessino allIstruzione e Formazione professionale dunque non ha più alibi. Adesso dovrà correre senza alcun indugio e calcolo. Qualcuno racconta che, proprio per questo motivo, si agitava nervosamente nei corridoi di Palazzo d’Orleans. Stando a indiscrezioni, non sembra così fluida la situazione. Parrebbe che l’Avviso 20/2011 partirebbe sì con l’attività d’aula, ma non con i mandati di pagamento. Voci insistenti precisano che detti pagamenti verrebbero fatti slittare “volutamente” a dopo il 28 ottobre. Che c’entrino le elezioni regionali? Chissà.
I ritardi saranno sicuramente giustificati dal capo dell’amministrazione attiva. Magari chiamando in causa i canonici “tempi lenti” della burocrazia regionale. Scontato porsi qualche interrogativo. Perché si dovrebbero rinviare i pagamenti? Se fossero fondate le dicerie, cosa cova sotto? Vedremo.
Veniamo, adesso, alla vicenda dei forestali. Potremmo sintetizzare il tutto con una battuta: Alessandro Aricò promosso e Francesco Aiello bocciato. Infatti è andata proprio così. Aricò si è presentato preparato e con le idee chiare. Infatti, all’appuntamento della giunta ha subito chiarito ai colleghi il fabbisogno necessario per garantire ai lavoratori del Servizio antincendio boschivo (Sab) le maggiori giornate lavorative. E per farlo si è presentato con una sua disponibilità di 49 milioni di euro rispetto al complessivo fabbisogno di 60 milioni. La richiesta di 11 milioni serviva proprio a garantire il rispetto dell’accorso sottoscritto da Lombardo, nel maggio del 2009.
Precisiamo che a quell’epoca Aricò non era assessore regionale al Territorio ed Ambiente, mentre il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ci aveva già abituati alla “malafiura” (figuraccia). Ma ecco intervenire “a gamba tesa” l’assessore alle Risorse agricole e forestali, Francesco Aiello. Presentatosi all’appello impreparato. Siccome allAzienda foreste demaniali servivano qualcosa come 67 milioni di euro per il rispetto di tutti gli impegni, i conti sono saltati.
Precisiamo che l’Azienda foreste demaniali, al primo ottobre 2012, aveva già utilizzato qualcosa come 151 milioni di euro circa, ma occorreva dare risposte concrete ed immediate. Ed ecco allora la decisione in giunta, tra una tirata di giacca e l’altra, di sottrarre momentaneamente dalle casse del Corpo forestale 10 milioni di euro per coprire il fabbisogno dei lavoratori dell’Azienda foreste.
Gesto resosi necessario proprio per il completamento delle giornate di legge (151-101-78). Precisiamo anche che Aricò ha mantenuto comunque l’impegno di aumentare le giornate lavorative ai forestali del Sab e, in tal senso, ha precisato al nostro giornale che mercoledì prossimo proverà a drenare altre risorse in giunta.
Nonostante l’ammanco di 21 milioni di euro, l’assessore Aricò comincerà, da subito, a riconoscere maggiori giornate, potendo utilizzare ulteriori 5 milioni di euro accantonati opportunamente, grazie ad una sana gestione amministrativa. Aiello, invece, ha promesso comunque di risolvere per l’Azienda foreste demaniali la questione relativa alla copertura totale delle “giornate per legge”. Ma appare duro ed impervio il percorso.
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