Formazione: “I lavoratori sono indifendibili”

Da una nostra lettrice riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Cara redazione di LinkSicilia

vi seguo sempre con grande piacere. Devo dire che apprezzo molto il vostro punto di vista, spesso contro corrente e il vostro spirito battagliero. Proprio per questo mi stupisce un po’  la difesa ad oltranza dei lavoratori della Formazione professionale. Per carità, i lavoratori vanno difesi, ma forse ci sarebbero categorie più deboli di cui occuparsi.

Mi spiego. Nel 2006, insegnavo Informatica per un ente professionale palermitano. Ero tra le poche ad essere preparata in materia e quindi in grado di insegnarla. Nonostante ciò, alla vigilia delle regionali, mi hanno cacciata perché dovevo fare spazio ai ‘segnalati’ dell’assessore al ramo di allora. In tanti, a prescindere dalla loro preparazione, sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato. Io ed altri, che non avevamo nessuna amicizia politica, siamo stati buttati fuori.  Quanti tra gli attuali dipendenti della Formazione sono lì per meriti? E’ giusto difendere una categoria che si è basata sulle amicizie politiche per avere il posto a scapito di altri? Non è un caso che la Corte dei Conti abbia scritto che la Formazione in Sicilia serve più ai formatori che agli alunni.

Scusate la franchezza, ma proprio perché vi stimo sentivo la necessità di dirvelo. Ovviamente siete liberi di non pubblicare la mia lettera che comunque preferisco non firmare perché temo che alcuni amici che lavorano ancora nella Formazione possano fraintendere la mia critica, che è rivolta al sistema”.

La risposta della redazione

Carissima lettrice, certo che pubblichiamo la tua lettera. Come sai, a noi piace dare spazio a tutte le opinioni, comprese quelle dei lettori che ci contattano, e che sono la nostra linfa.

Riguardo alle tue osservazioni: certo, indubbiamente saranno molti i dipendenti della Formazione assunti alle vigilia delle varie elezioni. Ma, non tutti e comunque tutti  sono pur sempre lavoratori che oggi rischiano di restare in mezzo alla strada.

In Sicilia, come sai, non è l’unico settore che ha legami con la politica. Se dovessimo difendere solo i lavoratori che hanno fatto a meno dei politici per tenersi il loro impiego, ci resterebbe ben poco da difendere.

 Pensiamo ad esempio ai forestali, o ai dipendenti Gesip verso i quali questo giornale è stato sempre solidale. Che colpa hanno loro se per vivere hanno dovuto fare affidamento sulla politica? Quali alternative avevano? Meritano oggi di essere ridotti alla fame? Secondo noi, no. Anche perché alla fine, chi ha creato questo sistema rimane impunito, mentre il padre di famiglia paga con la disoccupazione. 

Come dici tu, è il sistema che è malato. Va curato, ma possibilmente senza fare versare sangue a chi comunque vive di quel lavoro.  Sulla Formazione, tra l’altro, come avrai avuto  modo di leggere, non abbiamo lesinato critiche al governo e alla sua finta riforma. E non abbiamo mancato di sottolineare gli strani intrecci tra politici, assessori, consulenti di Lombardo e  sindacati,  ai quali sono riconducibili gli enti. Sin da quando è stata pubblicata la graduatoria dell’Avviso 20, abbiamo fatto notare che c’erano troppi ‘amici’ dei soliti partiti, quelli al governo in particolare. 

Secondo noi, il sistema va riformato, vanno tagliati i rami secchi, come abbiamo più volte scritto. Vanno denunciate le contiguità affaristiche di chi sguazza nel settore e di chi con i soldi della Formazione finanzia altro, campagne elettorali incluse.  Ma non sarebbe giusto presentare il conto solo ai lavoratori. Cosa in cui l’assessorato regionale al ramo sta brillando.  Sta lasciando tutto in mano ai soliti noti, e per garantire questa casta, visti i tempi di vacche magre, sceglie di scarificare i dipendenti.  E’ contro questo modo di fare che  LinkSicilia si schiera. Nella speranza che un giorno non siano più i politici a dettare legge nel mercato del lavoro. Grazie per la tua lettera, a presto.

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Redazione

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