Formazione Fse: il finto mistero dei soldi scomparsi

Fino a ieri pomeriggio la convinzione diffusa nel mondo politico siciliano era che il ‘buco’ dei conti della Regione fosse pari a 2,8 miliardi di euro. Così ripartiti: 1 miliardo di ammanco nel 2012, un altro miliardo ‘assente’ all’appello per quest’anno e 900 milioni di euro che l’Agenzia delle Entrate non riverserà nelle ‘casse’ della Regione siciliana – diventati 800 milioni dopo la mediazione al ribasso dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi – per ‘risanare’ i conti del Paese (o, molto più probabilmente, per ‘risanare i conti delle fameliche banche del Governo Monti).

Da ieri sera – cioè da quando, ieri sera, la commissione Bilancio e Finanze dell’Ars ha scoperto l’acqua calda – i conti dovranno essere aggiornati. All’appello, infatti, oltre ai 2,8 miliardi di ‘buco’ ordinario che anche un nuovo ‘buco’ straordinario non ancora quantificato con esattezza, ma che dovrebbe essere di gran lunga superiore al miliardo di euro (a nostro avviso si tratta di 1,6 miliardi di euro).

Parliamo del Fondo sociale europeo (Fse). Soldi che Bruxelles ha destinato alla Sicilia, ma che nessuno (o quasi) sa dove possano essere finiti. Proviamo a capire di che cosa stiamo parlando.

Di scena è la Programmazione dei fondi europei 2007-2013. A valere sul Fondo sociale europeo lo stanziamento è di oltre 2 miliardi di euro. Una somma che, come ora proveremo a dimostrare, la Sicilia non ha mai visto.

Fino ai primi mesi del 2009 il Fondo sociale europeo destinato alla Sicilia non è stato intaccato. Le operazioni strane cominciano nella seconda metà del 2009 e proseguono fino a tutto il 2011.

Per provare a capire quello che può essere avvenuto, le vicende del Fondo sociale europeo destinato alla Sicilia vanno inquadrate, di pari passo, con il bilancio della Regione.

Il Governo di Raffaele Lombardo, che si insedia nella primavera del 2008, eredita una Regione che, ogni anno, chiude il proprio bilancio con un ammanco che varia da 500 a 800 milioni di euro.

Dopo quattro anni di Governo Lombardo-Pd – e siamo già ai giorni nostri, visto che il Governo di Rosario Crocetta e la nuova Assemblea regionale siciliana si trovano in questi giorni ad affrontare il primo bilancio della legislatura, quello di quest’anno – il ‘buco’, come accennato all’inizio, da 500-800 milioni di euro è passato a 2 miliardi di euro tondo tondi (gli ulteriori 800 milioni di prelievo che Roma intende attuare sono fatti nuovi che riguardano l’anno in corso).

Da qui un primo dato ufficiale incontrovertibile: quattro anni di Governo Lombardo-Pd hanno fatto lievitare il ‘buco’ della Regione di mille e 200-mille e 500 miliardi di euro.

C’è di più. Gli oltre 2 miliardi di euro del Fondo sociale europeo destinati alla Sicilia sarebbero dovuti servire per sette anni: dal 2007 al 2013. Ma di questi fondi, la Sicilia, conosce ben poco. Si sa per certo che un’impressionante serie di bandi – che tecnicamente si chiamano Avvisi – sono stati regolarmente ‘bocciati’dalla Corte dei Conti perché poco ‘ortodossi’. E si sa pure che circa 450 milioni di euro destinati alla Sicilia sono stati dirottati a Roma, presso il MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica). Una scelta che il nostro giornale ha sempre contestato. Opzione voluta dall’ex dirigente generale della Formazione professionale, Ludovico Albert (e dal Pd nazionale che lo ha imposto alla Sicilia).

La motivazione per la quale questi 450 milioni di euro sono stati stornati a Roma è che sarebbero stati reimpiegati in Sicilia, consentendo alla Regione di sfuggire alla rendicontazione di Bruxelles. In pratica, Governo nazionale e Governo regionale (di Lombardo, ovviamente) si sarebbero messi d’accordo per aggirare l’Unione Europea che, giustamente, vuole conto e ragione dei soldi che stanzia per i vari settori, in questo caso per la formazione professionale.

Stando a quello che abbiamo capito, questi 450 milioni inizialmente destinati alla Sicilia, poi dirottati a Roma, dovrebbero essere spesi nella nostra Isola per il cosiddetto Piano giovani. Di questo Piano giovani si parla da prima che si insediasse a Roma il Governo Monti. Fino ad oggi, a parte le chiacchiere dotte del Ministro Fabrizio Barca – piemontese come Albert – di questi soldi non si è visto un solo euro.

Di più: c’è la sensazione, diffusa, che questi soldi del Piano giovani – o una pare di questi 450 milioni di euro – potrebbero essere utilizzati per finalità che nulla hanno a che vedere con la formazione professionale siciliana.

Da qui una deduzione logica: i 450 milioni di euro (che, come vedremo, potrebbero essere anche di più) scippati al Fondo sociale europeo della Sicilia sono stati dirottati a Roma non solo per sfuggire alla rendicontazione di Bruxelles, ma per essere spesi, almeno in parte, per finalità diverse da quelle della formazione professionale.

I 450 milioni di euro finiti a Roma – e fino ad ora mai più ‘ritornati’ in Sicilia – non esauriscono l’incredibile e triste storia del Fondo sociale europeo destinato alla Sicilia. Ribadiamo che lo stanziamento iniziale superava i 2 miliardi di euro. E precisiamo che, fino al 2011, le risorse del Fondo sociale europeo hanno cofinanziato la formazione professionale in Sicilia che, bene o male, è stata portata avanti con fondi regionali.

Posto che il Fondo sociale europeo iniziale destinato alla Sicilia ammontava a 2 mila miliardi (ma erano di più, forse 2,3 mila miliardi di euro: questo dovrebbe accertarlo una commissione parlamentare d’inchiesta), 2 mila miliardi meno 450 miliardi ci dà un residuo di mille e 550 miliardi di euro. Dove sono finiti questi soldi?

Sicuramente solo una minima parte di questi fondi ha cofinanziato la formazione professionale degli anni 2009-2020 e 2011.

Sappiamo, ad esempio, che l’anno scorso, dopo l’approvazione del bilancio, andata in scena ad aprile, i soldi del Fondo sociale europeo della Sicilia erano spariti. Tant’è vero che, per trovare le risorse finanziarie della prima annualità dell’Avviso 20/2011 – i 287 milioni di euro – il Governo Lombardo ha fatto miracoli, raccattandoli di qua e di là (e non ha reperito 287 milioni di euro, ma meno: tant’è vero che molti Enti attendono ancora il saldo della prima annualità).

Allora, dove sono finiti questi mille e 550 miliardi di euro (che, lo ribadiamo, sono di più, perché lo stanziamento iniziale del Fondo sociale europeo superava i 2 miliardi di euro)?

Proviamo a indovinare. Partendo da un indizio. Nella primavera del 2011, trovandoci a passare dalla Commissione Bilancio e Finanze, sotto i nostri occhi è finito un appunto scritto a penna da qualche parlamentare componente della stessa Commissione Bilancio. Poiché, alla fine, siamo giornalisti l’abbiamo letto.

Nella parte alta del foglio campeggiava la scritta: “Fse”. Sotto c’era una sfilza di Teatri della Sicilia, qualche associazione culturale e qualche Fondazione. Accanto al nome di ogni Teatro, di ogni Associazione e di ogni Fondazione c’era una cifra. Parliamo, ovviamente, di milioni e milioni di euro.

Questo,ovviamente, non significa nulla. Può darsi che l’appunto non fosse di un parlamentare. Può darsi che fosse di un sognatore che si è trovato a passare per caso dalla Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars e abbia lasciato i suoi sogni su un foglio di carta.

Tra le tante ipotesi, però, non può essere scartata a priori quella di un riversamento di questi oltre mille e 500-mille e 600 miliardi di euro tra le spese della Regione. Volendoci pensare, 400 milioni di euro all’anno per quattro (2009-2010-2011-2012) fanno un miliardo e 600 milioni di euro: guarda caso, quelli che mancano all’appello. Altri soldi destinati alla formazione professionale siciliana – al pari dei ‘mitici’ 450 milioni del Piano giovani – e finiti chissà dove.

Perché tutto questo potrebbe essere avvenuto? Semplice: perché la Programmazione 2007-2013, a differenza di Agenda 2000, ha previsto quattro Fondi autonomi. Ognuno con una propria Autorità di gestione. E con un proprio Comitato di sorveglianza.

Il Fesr è autonomo. L’Fse è autonomo. Il Psr è autonomo. Il Fep è autonomo. Mentre prima c’era un’autorità unica che impediva la distrazione dei fondi, dal 2007 l’autorità unica non c’è più. Così, qualcuno, con l’Fse, in quanto Autorità di gestione, ha fatto il bello e il cattivo tempo.

Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere.

Formazione, ammanco di 400 milioni, senza finanziamento l’Avviso 20/2011

 

 

Redazione

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