“Regole nuove e certe” nel settore della formazione professionale. E non c’entra “Caligola” in questa affermazione che affonda come burro al sole la formazione professionale siciliana. Lo ha dichiarato Accursio Gallo, intervistato dal quotidiano www.blogsicilia.it proprio ieri.
Per l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale va tutto bene. Lo stesso si premura di sottolineare che il merito è tutto del presidente della Regione siciliana dimissionario, Raffaele Lombardo. Riconoscimenti anche al dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale, Ludovico Albert. Affermazioni che lasciano di stucco.
Se la formazione professionale in Sicilia è chiacchierata, di certo la colpa non è dei giornali e meno che mai dei giornalisti. Dal focus emerge un settore che va a gonfie vele. Valutazioni che appaiono fuori dal contesto drammatico in cui versa da molti mesi la formazione professionale in Sicilia. Basti pensare ai 19 mesi di mancato stipendio per centinaia di lavoratori.
Noi conosciamo un’altra verità che ci dispiace dovere ricordare all’avvocato Accursio Gallo. Per usare le sue parole “esperto in diritto del lavoro”. Sinceramente le risposte fornite dall’assessore Gallo ci lasciano stupiti. Appare distratto o chissà che? E poi, ci sembrano veramente incomprensibili le dichiarazioni sui processi di licenziamento in atto. Infatti l’assessore Gallo, al riguardo, ha dichiarato: “I 350 licenziamenti (Gallo parla del Cefop) sono frutto di scelte fatte dai commissari e non imputabili all’assessorato regionale alla Formazione e Istruzione professionale. In merito agli altri licenziamenti, posso dire che noi stiamo guardando con attenzione le scelte imprenditoriali dei singoli Enti. Se licenziano, avranno le loro buone ragioni. Tra l’altro, i licenziamenti riguardano alcune figure professionali che non reputano più necessarie, nello stesso tempo gli enti stanno procedendo alle assunzioni di altre figure professionali di interesse nell’ambito dell’Avviso 20.”
Affermazioni inverosimili. Chiariamo il nostro punto di vista.
Il settore della formazione professionale è regolamentato prima che da decreti dirigenziali, circolari assessoriali, memorandum e atti di indirizzo, da norme di legge. L’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale è un avvocato esperto in diritto del lavoro, non abbiamo dubbi. Magari è un po’ meno esperto in diritto amministrativo, ma sulle fonti del diritto sicuramente possiamo ritrovarci. E allora, sentiamo il dovere, nel rispetto dei nostri lettori, di ricordare all’assessore Gallo che in Sicilia la formazione professionale è retta da un sistema di leggi ad oggi in vigore.
Ci fa specie notare che il linguaggio usato dall’avvocato Gallo non si discosti da quello del suo predecessore. Proviamo a ricordarle noi le leggi. Intanto la legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 che ha istituito, anticipando anche il resto d’Italia, la formazione professionale in Sicilia. La successiva legge regionale n.25 del 1^ settembre 1993, il cui articolo 2 introduce il principio della garanzia dei livelli occupazionali. Lo stesso recita cosi’: “Al personale iscritto all’albo previsto dall’art. 14 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”. Norma integrata dal legislatore con altri provvedimenti successivi che ne hanno rafforzato il principio delle garanzie lavorative per il personale della formazione professionale. Si tratta dell’art. 2 della legge regionale n. 31 del 19 agosto 1996, dell’art. 48, comma 2, della legge regionale n.10 del 27 aprile 1999, dell’art. 17, comma 1, della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000 e dell’art. 13, comma 1, della legge regionale n.9 del 9 agosto 2002.
Ma non finiscono mica qui le norme a supporto della disciplina nel suo complesso della formazione professionale in Sicilia. Citiamo un’altra legge regionale, la n.10 del 7 giugno 2011. Legge che disciplina l’utilizzo del fondo di garanzia. Legge, anch’essa disattesa, che recita cosi ai commi terzo e quarto: “Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, l’Assessore regionale per l’istruzione e la formazione professionale adotta con proprio decreto la disciplina sulle modalità operative di gestione del fondo. Con priorità per i soggetti che abbiano un’anzianità di servizio di almeno trenta mesi alla data di entrata in vigore della presente legge, gli interventi a carico del fondo di cui all’articolo 132 della legge regionale n. 4/2003 trovano applicazione in favore dei dipendenti degli enti di formazione professionale con contratto a tempo indeterminato, instaurato per le finalità di cui alla legge regionale 6 marzo 1976, n.24, nonché del personale impegnato nei servizi di orientamento e dell’obbligo di istruzione e formazione e degli sportelli multifunzionali e in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge”.
Viene citato l’articolo 132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003 che disciplina il fondo di garanzia in favore dei lavoratori della formazione professionale. Fondo che nasce proprio a rafforzare il principio della garanzia occupazionale per il personale, che non può essere licenziato. E invece, nonostante questo popo’ di corpus normativo, l’assessore Gallo dichiara con nonchalance che gli Enti formativi, se licenziano, hanno i loro buoni motivi. Inverosimile. E con lo stesso approccio dichiara che gli Enti possono disfarsi di figure professionali oramai inutili. Rispetto a che, inutili?
Tra le tante stranezze, una per tutte: com’è possibile che le organizzazioni sindacali non alzano un polverone su queste pesantissime affermazioni? E’ bene ricordare che la nonchalance è l’arte di fare una cosa strana come se fosse normalissima per evitare figuracce. In questo caso, oltre alla figuraccia, l’assessore Gallo, con ogni probabilità, potrebbe trovarsi di fronte ad una sequela di ricorsi. E poi, Gallo, avvocato esperto di diritto del lavoro, come lui stesso ama definirsi, ha mai riflettuto sull’incoerenza della legge regionale 10/2011 rispetto alla legge n.2 del 28 gennaio 2009 ed alla legge n.33 del 9 aprile 2009?
Infatti lo stesso accordo quadro sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga in Sicilia per il 2012 ai punti 4 e 5 prevede che: “Il ricorso all’istituto degli ammortizzatori sociali in deroga è consentito solo dopo che l’impresa ed i lavoratori si siano avvalsi di tutti gli strumenti e degli istituti di tutela di sostegno al reddito, ivi compreso l’eventuale utilizzo delle sospensioni di 90 gg. anche non continuativi previste dal comma 1 lettere a/b dell’art.19 della Legge 2/2009, contemplati dalla vigente normativa che regola la materia. Il ricorso alla CIG in deroga deve essere privilegiato ove sussistano previsioni di ripresa produttiva e conseguente rientro dei lavoratori sospesi. Qualora, nella richiesta della CIG in deroga, l’azienda dichiari che ci saranno degli esuberi è tenuta a presentare il piano di gestione delle eccedenze, concertato con le parti sociali”.
Due rilievi, la legge regionale 10/2011 disciplina l’applicazione della Cassa integrazione in deroga nel settore della formazione ed in subordine e solo ad integrazione l’istituto della mobilità interna al settore di cui all’art. 132 della legge regionale n.4/2003. La quale cosa ci appare in antitesi per l’appunto alla legge nazionale. E poi dove sono i piani di gestione delle eccedenze che giustificano una ripresa delle attività, quando poi si procede a nuove assunzioni? E poi che fine farebbero i lavoratori eccedentari se tutti gli enti procederanno a nuove assunzioni non attingendo all’albo, di cui all’art.14 lr 24/76 così come dichiarato all’atto della presentazione dei progetti a valere sull’avviso 20/2011? E adesso che la Cassa integrazione è priva di copertura per il rimanente 2012 cosa succederà?
Per non parlare dell’Avviso 20/2011 e dei 604 decreti emessi. Non ci aspettavamo nulla di nuovo da un assessore designato per 3 mesi. Ma non pensavamo che Gallo sarebbe arrivato a tanto. Dire che siamo stupiti dalla leggerezza con la quale un uomo di governo parla del futuro di migliaia di lavoratori ci lascia perplessi e amareggiati.
In tanti lo hanno sottolineato nei mesi scorsi e lo continuano a sottolineare in questi giorni. La formazione professionale siciliana è nel caos. Non comprendiamo le parole di conforto dell’assessore Gallo.
Manca ancora il cofinanziamento regionale per l’Avviso 20/20011 e non si capisce come saranno reperite le somme per rifinanziare il fondo di garanzia. Ma tutto va bene, ci avviciniamo alla scadenza elettorale e tutto sembrera’ più facile. Noi non ne siamo convinti. Siamo pronti alle repliche nella speranza di chiarire ulteriormente lo stato dell’arte a beneficio dei lettori.
Nota a margine
Secondo noi la questione è più semplice di quanto sembri. Il simpatico assessore Gallo è originario di Sciacca. A Ferragosto si sarà recato da quelle parti e avrà preso un brutto colpo di sole. Tutto qui.
g.a.
Foto del sole preso dall’assessore Gallo tratta daturismosi.it
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