E’ tornata in prima serata su Rai tre la città di Catania grazie alla trasmissione giornalistica Report. E, come già avvenuto nel 2009 con linchiesta I Viceré di Sigfrido Ranucci e lo scorso ottobre con linchiesta Election test firmata da Claudia Di Pasquale, il capoluogo etneo non appare sugli schermi nazionali come esempio positivo.
Quella di domenica sera è stata una puntata di approfondimento, del tipo «com’è andata a finire», aggiornamento proprio dellinchiesta sulle elezioni regionali siciliane dello scorso ottobre. Votazioni concluse con la vittoria di Rosario Crocetta, esponente del Partito democratico che ha dunque portato per la prima volta il centrosinistra al governo regionale. «Una rivoluzione», spiega Milena Gabanelli che presenta il servizio. «Ma si tratta davvero di unaria nuova?», si chiede ancora la giornalista. Per capirlo «bisogna vedere e capire come è stato costruito questo consenso e da chi», partendo da Librino, dove alcune persone ammettono di avere votato questo o quel candidato in cambio di favori. «Mi servono delle cose, per questo sono andato a votare». Tra i politici citati Marco Forzese e Luca Sammartino dellUdc.
Ma il vero protagonista di questo ritorno di Report in Sicilia è il clientelismo che ha caratterizzato lamministrazione regionale e che, a detta sua, Crocetta vuole sconfiggere. Sotto i riflettori gli intrecci nel settore della formazione. «In tutti questi anni la formazione è stata un grosso carrozzone politico-clientelare – afferma Di Pasquale – Oggi però il giocattolo sè rotto. Gli ottomila dipendenti non prendono lo stipendio da mesi. Centinaia sono stati in cassa integrazione». Politici appartenenti a tutti gli schieramenti hanno degli interessi personali in questo settore tramite enti di diverso tipo. «Quando io dico che non deve essere più un affare delle mogli e dei deputati o degli ex deputati o di chi, o dei dirigenti, lancio un messaggio chiaro», afferma Crocetta nel servizio.
Ma secondo la giornalista qualche dubbio sulla rivoluzione annunciata dal nuovo presidente cè. Da una parte è vero che ha nominato assessore alla Formazione la studentessa ventinovenne Nelli Scilabra, «un volto nuovo», dice Claudia Di Pasquale; dall’altra, il segretario generale della presidenza Patrizia Monterosso non solo è stata nominata dall’uscente presidente Raffaele Lombardo – e quindi rappresenta un elemento di continuità con la precedente amministrazione – ma è un’ex dirigente generale della formazione e per questo la Procura della Corte dei conti le contesta un presunto danno erariale di oltre un milione e 200mila euro. La risposta dell’ex sindaco di Gela è secca: «La Monterosso oggi è indispensabile alla Regione, perché è il segretario generale della Regione».
«La vicenda è veramente insopportabile dal punto di vista morale e politico – dice Crocetta – Questo sistema non si riferisce soltanto al settore della formazione professionale, ma a tanti altri. Nessuno si aspetti sconti – conclude il governatore – poiché laddove esisteranno gli estremi, si provvederà ad effettuare precise denunce allautorità giudiziaria». Il giorno dopo la messa in onda il governatore ha annuncia di aver dato disposizione «di bloccare i pagamenti nei confronti di associazioni, enti, cooperative e società che gestiscono la formazione, direttamente riconducibili, personalmente o a parenti prossimi, di parlamentari regionali menzionati dall’inchiesta», come si legge in una nota inviata ieri. Ma non solo. Intende recuperare i pagamenti già effettuati «in violazione della legislazione sulle incompatibilità dei parlamentari regionali e ha chiesto che il dirigente del settore formazione faccia una verifica su tutti i soggetti destinatari di contributi o affidatari di servizi che presentano elementi di incompatibilità», conclude la nota.
Ma la discussione post-Report si sviluppa anche sui social network dove un po tutti incitano Crocetta a continuare sulla strada intrapresa, anche se – sostiene qualcuno – dovrebbe selezionare meglio collaboratori e consiglieri. Sulla pagina Facebook Crocetta Presidente, ad esempio, Claudia scrive: «Perché abbiamo votato e fatto votare Crocetta, perché sappiamo che lui vuole cambiare lo status quo. Ma santo cielo lo consigliano male, lo sanno tutti, lo scrivono pure sui giornali che ha dei consiglieri occulti ». «Su Crocetta non cè nulla da provare né insinuare, ma sui deputati sappiamo tutti bene che è inutile nascondersi dietro un dito!», afferma Luigi. E su Twitter diversi sono quelli che rilanciano la notizia del blocco dei pagamenti per gli enti legati a familiari di parlamentari regionali menzionati nell’inchiesta. «Sta rivoluzionando la Sicilia, speriamo ci riesca, sarà un duro lavoro ma sembra molto coraggioso. Forza Presidente!», commenta Antonio.
[Foto di Crocetta presidente]
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