Formazione/ Cobas, affidarsi a una struttura pubblica

Dopo i ripetuti scandali che hanno minato, negli ultimi mesi, la credibilità del sistema formativo nella Regione siciliana, piomba sul settore una proposta degna di notizia. A diffonderla, attraverso il sito http://coordbasefp.blogspot.it , il Coordinamento sindacale di base della Formazione professionale (Cobas/Cub) della Sicilia.

Secondo il sindacato “la formazione é uno strumento sociale di crescita della cultura, della professionalità, della cittadinanza di tutti, quindi è cosa pubblica. I finanziamenti sono di origine pubblica, la gestione della Formazione professionale deve essere coerentemente affidata ad una struttura pubblica”.

Quello descritto dal Cobas/Cub è certamente uno scenario nuovo, che affonderebbe le radici sulla ratio del Legislatore siciliano che, nell’approvare la Legge regionale n.24 del 6 marzo 1976, ha assegnato il “servizio pubblico” della Formazione professionale ai cosiddetti Enti strumentali. Si tratta di soggetti senza finalità di lucro che, in nome e per conto della Regione siciliana, e su precise disposizioni, venivano, di volta in volta, autorizzati, attraverso un Piano annuale dell’offerta formativa, all’erogazione dei corsi di formazione. Poi con l’avvento del famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino) le regole sono cambiate.

Si è avuta la coincidenza di un’apertura nel settore anche a forme giuridiche diverse da quelle delle associazioni senza finalità di lucro. Che ci possa essere una correlazione diretta tra la forma della società di capitale, la possibilità di operazioni di compravendita di ore formative e di Enti formativi e gli scandali registratisi negli ultimi mesi, è difficile dirlo. Così come non si può addossare le responsabilità dello sfascio del sistema solamente alla gestione del governo precedente guidata dall’allora presidente di Raffaele Lombardo.

Semmai, la crisi è iniziata molto tempo prima e precisamente intorno al 2003, quando le maglie per l’ingresso di nuovi enti formativi si sono aperte, per scelte precise della politica del tempo, ingigantendo la spesa e il settore. La materia potrebbe essere meritevole di approfondimento per la futura programmazione del settore.

Inoltre, sulle critiche piombate in maniera generalizzata sul mondo degli Enti formativi il citato sindacato ha voluto fare alcune precisazioni, che riportiamo di seguito.

“Non generalizziamo il giudizio negativo sugli Enti, sapendo che esistono realtà che hanno e operano correttamente, ma riteniamo necessario fermare le mire speculative che attirano le ingenti somme dei finanziamenti, e dare stabilità al personale, certezze agli utenti, trasparenza e correttezza di gestione ad un utile strumento di crescita professionale e culturale, per fare della Formazione professionale un bene comune e non più una cassa comune”.

Giuseppe Messina

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