Formazione: 45 milioni di euro per riqualificare (o precarizzare?) i lavoratori

Pronti 45 milioni di euro per riqualificare il personale docente, amministrativo e tecnico degli Enti di formazione professionale accreditati dalla Regione siciliana. Somme che sarebbero prelevate dal “Piano Giovani” e che servirebbero per erogare un sussidio di 600 euro in favore dei lavoratori posti in riqualificazione per cinque mesi a partire dal primo agosto 2013.

A riqualificare i circa 7 mila e trecento lavoratori sarebbe pronto il Ciapi di Priolo. Lavoratori della Formazione professionale precarizzati dal Governo regionale? Sembra il primo effetto di un processo di riforma del sistema formativo siciliano che non ha ancora una propria definizione e che non convince. Ildubbio è che talia azioni siano scollegate e senza una pianificazione. Proviamo a chiarire quello che sta sucedendo. Partendo proprio dalle risultanze dei recenti incontri istituzionali, aventi per tema la riforma del settore formativo.

Intanto richiamiamo il programma politico-amministrativo presentato dall’assessore regionale al ramo alle organizzazioni sindacali lo scorso 9 aprile. L’assessore Nelli Scilabra ha chiarito che l’Avviso n. 20/2011 non ha copertura economica per la seconda annualità 2013 e, pertanto, non potrà essere riproposto. Eppure il protagonista del citato Avviso, l’ex dirigente generale del dipartimento regionale del settore, Ludovico Albert, ha confermato, due giorni fa in audizione alla Commissione legislativa Bilancio e Finanze dell’Assemblea regionale siciliana la disponibilità delle risorse. I soldi si troverebbero nel cosiddetto Piano straordinario per il lavoro in Sicilia (Piano Giovani). Sarebbero disponibili,sempre secondo Albert, 452 milioni di euro. Di questi, oltre 280 milioni d euro dovrebbero essere utilizzati per finanziare la seconda annualità dell’avviso 20/2011.

Il dubbio è che il Governo regionale voglia utilizzare i 286 milioni di euro contesi per un nuovo bando pubblico, magari con nuove regole e nuovi Enti. Sarà così? Non resta che aspettare l’evoluzione degli eventi.

L’assessore Scilabra ha sottolineato, durante l’incontro con i sindacati, la volontà di predisporre una serie di interventi per avviare i nuovi Piani regionali dell’offerta formativa e sostenere i livelli occupazionali e retributivi del personale. A tal proposito, ha ribadito che nessuno dei lavoratori della Formazione professionale, assunti nei termini di legge verrà licenziato. Quindi si prospetta una riqualificazione a 600 euro al mese (una miseria!) e l’avvio della nuova programmazione delle attività formative entro il prossimo ottobre (nuovo bando pubblico).

Cosa non convince di questa manovra? Rileviamo una mancanza di nesso funzionale e temporale nell’impianto riformatore prospettato dall’assessore regionale per la Formazione professionale. Vediamo perché.

La prima annualità dell’Avviso 20/2011 terminerà alla fine del mese di luglio 2013, stante all’annunciata proroga che l’amministrazione regionale concederà agli Enti che ne faranno richiesta. In seguito, il personale degli Enti formativi verrà posto in riqualificazione e sostenuto da un salario di sussistenza (600 euro) per cinque mesi. Periodo nel quale, giuridicamente, il rapporto tra dipendente ed Ente dovrebbe essere sospeso.

Nel frattempo bisognerà attendere ottobre per la pubblicazione del nuovo bando. Peccato che la procedura di definizione dell’Avviso comporta una gestazione di almeno un anno. È spontaneo chiedersi, pertanto: cosa farà, dal primo gennaio 2014, il personale riqualificato? Sarà forse posto tutto in Cassa integrazione guadagni in deroga per partecipare a un nuovo corso di qualificazione? E con quali risorse? E per quanto tempo?

Di seguito indichiamo sinteticamente i passaggi previsti per rendere operativo un avviso pubblico. Pubblicato il bando, di norma, trascorrono 30 giorni per la presentazione delle ipotesi progettuali. Occorrono, poi, almeno 30 giorni per dichiararli ammissibili. Successivamente, il Nucleo di valutazione – appositamente costituito dall’amministrazione regionale – provvederà alla fase della valutazione progettuale per almeno due mesi. Si passerà poi alla pubblicazione della graduatoria provvisoria e, entro i successivi 20 giorni, i soggetti interessati presenteranno le osservazioni.

Il Nucleo di valutazione, nei successivi 30 giorni, avrà cura di rispondere ai rilievi posti dai soggetti non ammessi. Terminata questa fase, e pubblicata la graduatoria definitiva dei progetti ammessi, l’amministrazione trasmette alla Corte dei Conti la stessa (tempi non stimabile visti i precedenti) per il visto preventivo di registrazione. I magistrati contabili dovrebbero esitare entro i successivi sessanta giorni (tempi previsti per legge).

Ottenuta la registrazione, l’amministrazione regionale richiede ai soggetti interessati il progetto esecutivo entro i successivi 30 giorni. Andando tutto liscio e senza intoppi saranno pertanto almeno 12 i mesi di gestazione. Nel frattempo i lavoratori che faranno? Continueranno a percepire un sussidio da precari?

Poi c’è la variabile Assistenza tecnica. Si tratta di un servizio di supporto alla gestione del nuovo bando pubblico, le cui risorse umane specialistiche vanno reperite con un avviso pubblico. Quindi altri mesi che vanno via.

Intanto, il prossimo 16 aprile, l’assessore Scilabra – come potete leggere in altra parte del nostro giornale – presenterà l’Osservatorio regionale dei fabbisogni formativi. Uno strumento utile per avvicinare l’attività formativa ai fabbisogni del tessuto imprenditoriale siciliano. Peccato che anche questa positiva iniziativa sia scollegata da una pianificazione funzionale e temporale che, ad oggi, non sembra configurarsi.

Ai lavoratori non resta che attaccarsi alla giacca del politico di turno per sperare nel miracolo. Quale potrebbe essere? Nei giorni scorsi la Commissione legislativa Cultura e Lavoro dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato, all’unanimità, la proposta, presentata dal Movimento 5 Stelle, di rifinanziare con 150 milioni di euro la legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 (Capitolo di bilancio 717910) con riferimento ai soli Enti formativi di cui all’articolo 4. Una soluzione possibile? Vedremo.

 

Giuseppe Messina

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