Lo ribadiamo: il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, continua a stupirci piacevolmente. Le iniziative, per certi versi clamorose, che ha annunciato nella formazione professionale vanno, per davvero, nel segno di una Rivoluzione, che è culturale, prima che politica ed amministrativa.
Crocetta, stando a quello che si dice – e che scrive LiveSicilia – avrebbe deciso di bloccare i pagamenti alle società di formazione professionale direttamente riconducibili alla politica. Se le cose stanno così, significa che il presidente della Regione dovrebbe bloccare i pagamenti al 70-80 per cento delle società che sono riconducibili a parlamentari del Pd, del Pdl, di Fli e via continuando. E siccome anche i sindacati fanno politica, dovrebbero essere bloccati i fondi anche agli Enti e alle società che fanno capo alla Cisl e e alla Uil siciliane.
Tutto, a quanto pare, sarebbe nato dal servizio sulla formazione professionale in Sicilia mandato in onda ieri sera la Report, la splendida trasmissione di approfondimento curata da Milena Gabanelli e dai suoi bravi giornalisti. Comè nel suo stile, Report ha la verità: e la verità è che la formazione professionale, nella nostra disastrata Isola, è ormai un esempio di indecenza politica.
Fino a pochi anni fa in questo settore operavano Enti storici. La politica cera, ma in una posizione defilata. Cerano Cgil, Cisl e Uil che utilizzavano il settore per finanziare in modo surrettizio le proprie attività (e per assumere, in qualità di docenti, amici e parenti). Per la cronaca, la Cgil, con l’allora segretario generale, Italo Tripi, si è chiamata fuori dal settore.
Nella seconda metà degli anni 90, assessore regionale al Lavoro Raffaele Stancanelli, la formazione è stata allargata alle società per azioni. Nei primi anni del 2000 le spa hanno cominciato a prendere piede. Con lavvento di Raffaele Lombardo alla presidenza della Regione – e con il Pd al Governo – è iniziato lassalto agli Enti storici. Una manovra a tenaglia per ha messo in crisi molti dei vecchi Enti, che sono stati fagocitati dalle società per azioni riconducibili ai politici.
Quello che è avvenuto negli ultimi anni – fatti che LinkSicilia denuncia da quasi un anno – è incredibile. Mentre gli Enti, bene o male, mantenevano una certa indipendenza dalla politica e, in ogni caso, erano vincolati alla legge regionale n. 24, che non consente business (ruberie a parte, ovviamente, soprattutto con le forniture gonfiate e altre cose ancora), le società per azioni che operano nella formazione fanno solo business e, soprattutto, sono riconducibili, direttamente, a uomini politici.
Insomma: una formazione professionale friggi & mangia, quella gestita dai politici siciliani. Un esempio? Mancano due mesi e mezzo alle elezioni. Bene. Ecco andare in scena il metodo della sarda. In pratica, si mostra a una grande platea di elettori che un certo numero di fortunati ha beccato la sarda. Detto in parole semplici, si pilotano 500 assunzioni per chiamata diretta (anche licenziando chi già lavora: tanto, chi li controlla). Poi si contattano altri 4 mila e 500 soggetti ai quali si fa il semplice discorso: Lo vcdete? Già ne abbiamo assunti 500. Trovateci i voti e poi la sarda toccherà anche a voi. Semplice come friggere le panelle. (a sinistra, la formazione professionale gestita da politici e sindacalisti siciliani: metafora; foto tratta da sceltedigusto.it)
Volete che un cristiano disoccupato non metta a soqquadro la propria vita e quella dei propri familiari per trovare tre o quattro voti? Mettiamo tre voti a testa. Quindi 5 mila per tre: ecco 15 mila voti!
Fantascienza? Chissà. Però le elezioni ci sono per davvero. Si voterà per le politiche a fine febbraio prossimo. E si voterà per il rinnovo di alcune Province regionali.
Ah, dimenticavamo: il presidente Crocetta ha detto che bloccherà i pagamenti delle società riconducibili ai politici. Ritirerà lAvviso 20, visto che i soldi per le società formative debbono arrivare tutti da lì?
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