Formazione 2/ Cassa integrazione salvata per i 347 lavoratori del Cefop

Salvata la Cassa integrazione 2012 per i 347 licenziati del Cefop. È una magra consolazione? Sembrerebbe proprio di sì! Il 2013 non pare riservare nulla di piacevole. E allora, cosa succederà? Il settore della formazione professionale senza il rifinanziamento dell’Avviso 20/2011 e la riprogrammazione delle attività a valere sugli Sportelli multifunzionali, rischia la chiusura anticipata con 10 mila operatori che potrebbero finire in Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) già il prossimo maggio. Come dire che l’intero fabbisogno di ammortizzatore sociale per la Sicilia verrebbe drenato da un solo settore: quello della formazione professionale.

Prorogato, intanto, al 20 febbraio prossimo il termine ultimo per “agganciare” i decreti relativi al 2012 all’Inps. Salvo quindi il diritto alla Cassa integrazione per il personale licenziato dal Cefop.

Ma cosa era successo? L’Ufficio provinciale del lavoro (Upl) di Palermo non aveva completato la procedura entro il 31 dicembre. È bene ricordare che, seppur i Commissari dell’Ente avessero inoltrato il 20 dicembre 2012 l’istanza corredata dal modello IG15 ai fini dell’ottenimento della Cassa integrazione in favore dei beneficiari, l’aggancio all’Inps da parte dell’Upl di Palermo è avvenuto solamente il 4 gennaio 2013.

La proroga del termine ha superato l’empasse causato dal ritardo dell’Ufficio provinciale. Grazie all’accordo raggiunto lo scorso 15 gennaio tra la Conferenza delle Regioni, il Ministero del Lavoro e l’Istituto previdenziale, i lavoratori non solo del Cefop, ma anche dello Ial Sicilia e di altri Enti formativi potranno accedere ai benefici.

L’accordo sottoscritto indica una precisa condizione. Quella che le Regioni diano la significativa dimostrazione che venga attuato il cofinanziamento per le politiche attive. La Regione siciliana ha provveduto nelle scorse ore, emettendo, in favore della Direzione regionale dell’Inps di Palermo, una somma pari a 17 milioni di euro a titolo di quota di cofinanziamento per la Cassa integrazione 2012.

Resta una domanda: a cosa sono stati dovuti i ritardi segnalatici da diversi lavoratori e accumulati dall’Istituto di previdenza? Abbiamo potuto riscontrare che la mancata erogazione, da parte dell’Inps, delle prestazioni sostitutive del reddito non è dipesa da una carenza di risorse disponibili, ma da un mero impedimento tecnico. Il Sic, la piattaforma informatica regionale di pagamento, è stata riattivata dall’assessorato all’Economia, solamente a partire dal 17 gennaio scorso. Da qui i problemi.

Ma veniamo all’anno in corso. Cosa succederà? Cominciamo col dire che la Cassa integrazione sarà rifinanziata dal Governo nazionale. E questa è una buona notizia. La questione, però, è altra. Sono previsti solamente 800 milioni di euro. Una cifra insufficiente. Vediamo il perché.

Tanto per cominciare, non si prevede una ripresa produttiva. La Banca d’Italia ha recentemente comunicato che il 2013 registrerà una recessione. Il Prodotto interno lordo (Pil), la ricchezza prodotta dagli italiani, farà registrare un meno uno per cento, con contrazione di consumi, investimenti, produzione e occupazione. E poi basti pensare che nel 2011 sono stati stanziati qualcosa come 1,7 miliardi di euro. Si stima per il 2012 che la somma si attesterà intorno ai 2 miliardi. La cifra prevista per il 2013 non potrà garantire in alcun modo la platea dei cassaintegrati, visto che si prevede un’ulteriore impennata di disoccupati.

Con soli 800 milioni di euro stanziati per il 2013 si rischia il blocco delle autorizzazioni già alla fine del primo quadrimestre. In questo scenario poco allettante si muove il settore della formazione professionale siciliana.

Dicevamo all’inizio come si paventi il concreto rischio di sospensione dal lavoro di tutto il sistema formativo. Sono 10 mila i lavoratori operanti sull’Avviso 20/2011 e sugli Avvisi 1 e 2 degli Sportelli multifunzionali. La prima annualità dell’Avviso 20/2011 scade il 7 giugno prossimo e, ad oggi, il Governo regionale non ha ancora assunto alcuna decisione.

Non si conoscono in atto le procedure, le risorse appostate in bilancio. Sull’argomento abbiamo raccolto la dichiarazione di Giuseppe Raimondi, responsabile regionale del sindacato Uil Scuola per il settore della formazione professionale. “In atto – dice Raimondi – il settore della formazione professionale è fermo. Sia alla segreteria dell’Assistenza tecnica che a quella del dirigente generale la Uil ha reiteratamente richiesto il perché di questo stallo”.

È lo stesso sindacalista a darci una possibile risposta con un interrogativo. “E se questi ritardi fossero dovuti al mancato pagamento degli emolumenti ai componenti dell’Assistenza tecnica?”.

Certo, la decisione di Ludovico Albert, appena insediatosi nel 2011 a capo del dipartimento regionale della Istruzione e Formazione professionale, di esternalizzare il servizio con un bando ad hoc, non ha semplificato le cose. I costi sono aumentati a dismisura senza alcun vantaggio in termini di efficacia e deficienza per il sistema formativo siciliano nel suo complesso. Eppure la spesa certificata all’Unione Europea per mantenere un’assistenza tecnica esterna ha superato per il 2011 la considerevole cifra di 21 milioni di euro. Ma questa è altra storia.

Ritorniamo allo stallo della formazione professionale. Raimondi ci riferisce il motivo che ha inginocchiato il settore. “Il sistema Faros – ci dice il sindacalista della Uil – la piattaforma voluta da Albert a suon di quattrini per monitorare la filiera formativa finanziata a valere sull’Avviso 20/2011 è bloccato. Non è la prima volta che la piattaforma si inceppa. Faros, in questo momento, non consente a nessun Ente, che ha dato inizio alle attività formative d’aula, di richiedere il secondo acconto del 25 per cento”.

Su questo aspetto il settore rischia di sbriciolarsi su se stesso aprendo il varco al licenziamento collettivo di 10 mila soggetti. Vediamo di capirne il perché.

Sulla richiesta degli Enti formativi dell’ulteriore 25 per cento di finanziamento a valere sull’avviso 20/2011, grava una verifica da parte dell’amministrazione regionale, così come avvertito già dalla Corte dei Conti in sede di registrazione di ogni singolo decreto di finanziamento. Infatti la ragioneria dell’assessorato all’Economia non potrà “lavorare” il mandato di pagamento fino a quando l’amministrazione non verificherà se le eventuali assunzioni siano avvenute nel rispetto delle disposizioni normative in vigore e del contratto collettivo di lavoro.

Se è tutto fermo dal versante amministrazione regionale, gli Enti formativi non perdono ione non tempo a vanno giù duro con i licenziamenti. Ultimi, in ordine temporale, l’annuncio di mobilità indirizzato a 180 lavoratori dell’Iripa. Si tratta di un Ente storico della formazione professionale che, in assenza di certezze sulla copertura della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, e non potendo accedere al secondo acconto del 25 per cento, ha pensato di convocare i sindacati per licenziare, in attuazione di quanto previsto dalla legge 223 del 23 luglio 1991, articoli 4, 5 e 24, tutto il personale operante in diverse province.

In quanti stanno chiudendo le attività formative imitando l’Iripa? La domanda ci sta tutta. Uno scenario di crisi che rafforza il convincimento del fallimento della politica attuata dal famigerato trio delle meraviglie conosciuto con l’acronimo LAC (Lombardo, Albert, Centorrino).

Sul futuro degli Sportelli multifunzionali Raimondi ci ha chiarito la posizione della Uil Scuola. “Siccome il nuovo Governo regionale dovrà misurarsi sul Documento unico di programmazione (Dup), abbiamo chiesto al presidente Rosario Crocetta se intenda rifinanziare un nuovo triennio per gli Sportelli multifunzionali, anche alla luce della riforma dei servizi per l’impiego introdotta dalla legge n.92 del 2012 (riforma Fornero).”

Crocetta e l’assessore al ramo, Nelli Scilabra, non hanno a disposizione molto tempo. Forse arrivato il momnto di bloccare l’emorragia prima che sia troppo tardi. Gli errori del passato potrebbero alimentare un disagio sociale giunto al culmine della pazienza.

 

Giuseppe Messina

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