Prosegue lo stato di crisi del settore della formazione professionale. A 48 ore dall’approvazione del bilancio e della Finanziaria, il Governo regionale vive ore di caotica incertezza sul da farsi. E stata avviata, anche se in ritardo, una fase di confronto con le organizzazioni sindacali. Ma anche tra i sindacati non pare esserci armonia dintenti.
Le sigle storiche, Cgil, Cisl e Uil, hanno già consegnato nelle mani del governatore un documento che sancisce la richiesta di prosecuzione della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 – posizione, fra laltro, che sintetizza anche il volere degli Enti formativi – e sono in attesa di essere ricevuti a Palazzo dOrleans, sede della Presidenza della Regione.
Da un comunicato di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, infatti, veniamo informati che lincontro dei rappresentanti delle nominate organizzazioni sindacali con il Presidente della Regione, fissato per la mattina di ieri, non ha avuto luogo a causa dellassenza dello stesso governatore ed è stato spostato alla mattina di oggi, 29 aprile.
Intanto, però, non si comprendono quali possano essere gli obiettivi reali dei tre sindacati. Indiscrezioni raccontano di manovre romano-cisline per tappare la bocca allo Snals in Sicilia, reo di provare a pensarla diversamente sulle possibili soluzioni per uscire dallo stallo in cui versa la formazione professionale. La cosa ci appare strana, ma con insistenza circolano voci in tal senso. Quella dei citati sindacati può essere una maniera per garantire veramente Enti e lavoratori? Non ci pare e vi spieghiamo il perché.
Precisando che il nostro giornale non ha nulla contro il finanziamento della seconda annualità dellAvviso 20-2011, se ciò serve a garantire la continuità lavorativa teniamo, tuttavia, a chiarire che la questione è un altra: non tutti i lavoratori verrebbero occupati e resta lincapacità del Governo regionale di dare concrete risposte di elusione della macelleria sociale.
Infatti, con lavvio della seconda annualità dellAvviso 20/2011 resterebbero fuori i circa 600 lavoratori già licenziati con le procedure previste dalla legge n.223 del 23 luglio 1991. Fuori anche gli oltre 830 lavoratori dello Ial Sicilia che sarebbero avviati alla mobilità per il licenziamento collettivo, attraverso la citata legge del 1991, stante la decisione assessoriale di revocare l’accreditamento all’Ente formativo nell’orbita della Cisl. In bilico, poi, anche i 630 dipendenti del Cefop in Amministrazione straordinaria. Si avvicina, infatti, la scadenza, posta per la fine di settembre, entro cui i commissari dovrebbero decidere se porre in vendita i rami d’azienda (cosa difficile senza una seria programmazione e senza finanziamenti certi) o portare i libri in Tribunale, decretando il fallimento del Cefop.
Nessun accenno pare essere contenuto nel documento sindacale sulla sorte dei circa 2 mila lavoratori impegnati nel segmento dell’Istruzione e Formazione professionale (Oif). A fine dicembre 2013 scadrà l’Avviso 19/2011 e non è dato sapere quale sia il proposito del Governo su questo delicatissimo versante del sistema formativo.
L’ Oif , lo ricordiamo per la cronaca, è il segmento cosiddetto “etico” del sistema, caratterizzato dallofferta formativa diretta a una platea di allievi a rischio dispersione scolastica. Eppure nulla si sa e nulla traspare. Lassessore regionale al ramo, Nelli Scilabra, sembra essere distratta da altro. E non sembra essere la sola, perché anche la dottoressa Anna Rosa Corsello sembra essere presa da tanti, troppi, impegni.
Ancora, inoltre, latitano le notizie circa il finanziamento dellapposito Capitolo di bilancio reso necessario per non perdere la quota del Ministero del Lavoro di circa 16,5 milioni di euro destinata al finanziamento della prima annualità. Infatti, laccordo Stato-Regioni prevede lintervento aggiuntivo della Regioni al finanziamento destinato dal Ministero del Lavoro per la prima annualità dellobbligo istruzione e formazione.
Rileviamo, sulla scorta di quanto accaduto nelle scorse ore, il chiaro tentativo del Governo Crocetta di tracciare un percorso fattibile per garantire la prosecuzione delle attività formative, ricavando il meglio dalla mancata unità sindacale nel settore della formazione professionale. Intanto le organizzazioni autonome dei lavoratori hanno chiesto al presidente Crocetta, a vario titolo e con iniziative separate, un incontro per presentare le proprie proposte risolutive.
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