Sul precariato bisogna dare un segnale di discontinuità. Anche perché le condizioni finanziarie della Regione non consentono di continuare a ipotizzare proroghe o, peggio, stabilizzazioni. Questo personale va tutelato, ma con modalità diverse rispetto al passato.
A parlare è Angelo Forgia, del Megafono, il Movimento politico del presidente della Regione, Rosario Crocetta. (nella foto a sinistra, Angelo Forgia, il presidente della regione, Rosario Crocetta, e il coordinatore del ‘Megafono’ di Palermo, Tommaso Lima)
Non possiamo pensare di continuare a tenere in piedi il precariato della Regione, degli enti regionali e, soprattutto, degli Enti locali. Le risorse finanziarie sono finite. Né si può pensare di amministrare una comunità di oltre cinque milioni di persone senza poter programmare e far approvare dal Parlamento dellIsola una legge perché tutte le risorse finanziarie destinate alla nuove leggi debbono essere impiegate per pagare i precari. La politica siciliana del passato ha commesso degli errori. Noi abbiamo il dovere di segnalarlo e di indicare unalternativa.
Va detto – osserva ancora Forgia – che tutte le leggi regionali sul precariato sono passate con il consenso dei vari Governi nazionali. Come abbiamo avuto modo di notare, lanno passato il commissario dello Stato ha impugnato le leggi sul precariato. Ma questo non è avvenuto negli anni precedenti. Dunque lo Stato, nel passato, ha avallato la creazione del precariato da parte della classe politica siciliana.
Ora il Governo nazionale – dice sempre lesponente del Megafono – non può chiamarsi fuori rispetto a un problema che ha contribuito a creare.
La Regione siciliana non è più nelle condizioni di pagare i precari – dice sempre Forgia -. Bisogna avviare una trattativa con Roma per istituire un salario minimo garantito per tutti i precari della Regione, degli enti regionali e degli Enti locali. Liberando la Regione di un onere finanziario che non può più sostenere.
Si stabiliscano regole precise e severe per chi percepirà il salario minimo garantito – osserva sempre lesponente del Movimento del presidente della Regione -. Prevedendo pesanti penalizzazioni per chi, percependo tale salario, verrà trovato a lavorare in nero.
Una volta liberata la Regione del peso dei precari – conclude lesponente del Megafono- sarà possibile riattivare i concorsi pubblici negli uffici della Regione, negli enti regionali e negli Enti locali. Daremo, così, un segnale positivo alle nuove generazioni, dicendo loro che anche in Sicilia, nella pubblica amministrazione, si accede con un concorso pubblico, secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione.
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