IL PRIMO – IL MINISTRO – INVITA LA REGIONE A TAGLIARE GLI SPRECHI, MA NON LI INDICA. IL SECONDO – L’ASSESSORE ALL’ECONOMIA – VIENE SMENTITO DAI FATTI.
Ormai, nella politica siciliana, le parole sembrano sganciate dalla realtà. Vanno a ruota libera. Parole, parole, parole che, più che dire, non dicono. Citiamo due esempi emblematici di politici della nostra Isola – o che comunque sono finiti nella nostra Isola – che parlano una “lingua che non sa più dire”.
Cominciamo con il ministro della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, siciliano di Messina. Che afferma che, per pagare i precari, la Regione siciliana deve effettuare dei tagli.
Ora, se si trattasse di un politico arrivato adesso – e in giro, ormai, ce ne sono tanti (c’è anche chi è convinto, pur occupando ruoli istituzionali rilevanti, che lo Stato trasferisce risorse alla Regione…) – non perderemmo il nostro tempo a replicare. Ma proprio il ministro D’Alia è uno dei politici siciliani più preparati, che conosce a fondo la pubblica amministrazione regionale e, soprattutto, il Bilancio regionale.
Allora, onorevole D’Alia, visto che lei conosce fatti personaggi e cose della Regione, ci vorrebbe spiegare, di grazia, cosa la stessa Regione dovrebbe tagliare? La vogliamo aiutare: siccome, tutti insieme (ci riferiamo a tutti i politici siciliani) avete deciso che gli unici precari dela Sicilia sono quelli degli enti locali e altri ne ne esistono, ci dica: cosa e dove la Regione dovrebbe tagliare per trovare i circa 300 milioni di euro all’anno che servono per pagare i 23-24 mila precari degli enti locali siciliani?
Cosa dovrebbe tagliare? Ha letto il ‘bozzone’ del Bilancio 2014 che, lo scorso agosto, è stato inviato ai dipartimenti? Lo sa che ci sono solo i soldi per far funzionare la ‘macchina’, mentre tutti i settori dell’Amministrazione sono a zero euro?
Forse si dovrebbero tagliare le spese truffaldine della sanità? Se è così, noi la pensiamo come lei. Ma se è così, come mai lei e il suo Partito non avete detto nulla sulla vicenda del vice questore di Catania – la dottoressa Adriana Muliere – allontanata proprio mentre indagava su un giro di vendita ai privati di farmaci già acquistati dalla sanità pubblica?
A parlare siamo tutti bravi. Ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, buona notte! Sbagliamo, o anche il gruppo parlamentare dell’Udc all’Ars non ha proferito parola quando il presidente della Commissione Sanità dell’Ars, Pippo Di Giacomo, PD, ha ‘secretato’ la seduta per evitare di rendere noti gli imbrogli della spesa farmaceutica siciliana. Ci sono dubbi sul fatto che la spesa farmaceutica gonfiata, in Sicilia, alimenta il malaffare e la politica?
Onorevole D’Alia, quando vorrà rilasciare un’intervista indicando i vari passaggi del Bilancio regionale – Sanità in testa – da dove effettuare i tagli, noi saremo ben lieti di ospitarla. L’importante, onorevole D’Alia, è che non ci proponga di fare quello che ha fatto il Governo di Raffaele Lombardo, che ha ridotto la spesa sanitaria tagliando i servizi ai cittadini. Da lei ci aspettiamo 300 milioni di euro di tagli di sprechi e di ruberie: come gli sprechi) e le ruberie che ci sono nella spesa farmaceutica.
Andiamo al secondo politico dalla loquela senza controllo: l’assessore all’Economia, Luca Bianchi. Che, ieri, ci ha spiegato che la Regione siciliana non può pagare le indennità a precari e forestali e gli stipendi ai dipendenti pubblici perché lo impedisce il ‘Patto di stabilità’ e perché quei pochi soldi che ci sono nelle ‘casse’ della Regione servono per cofinanziare i fondi europei.
Peccato che, oggi, per somma sfortuna dell’assessore Bianchi, i colleghi di LiveSicilia scrivono che la Regione siciliana rischia il disimpegno dei fondi europei del Po Fesr.
Allora delle due l’una: o i colleghi di LiveSicilia scrivono oggi un’inesattezza (e ci sembra molto difficile), o l’inesattezza, assessore Bianchi, l’ha raccontata ieri lei.
Perché se i fondi europei del Po Fesr non sono stati spesi – e probabilmente non verranno spesi (parliamo di un miliardo di euro circa) – a cosa serve il cofinanziamento?
Non sarebbe il caso, assessore Bianchi, di raccontare la verità sui ‘numeri’ del Bilancio regionale invece di sciorinare tesi che poi vengono smentite dalla logica dei fatti?
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