Sembra che in paese non li conoscesse nessuno, eppure la casa di Angela Zappalà a Fiumefreddo era un continuo andirivieni di persone che volevano parlare con lei e ascoltare i suoi consigli di cartomante e veggente. Un’attività che il figlio trentunenne, Pietro Battiato, non tollerava più al punto che stamattina all’alba, al culmine di una lite, ha ucciso la madre di 59 anni, sgozzandola con un coltello da cucina. Poi, dopo aver chiamato il 113, si è inferto una coltellata all’addome e, dopo aver lottato tra la vita e la morte, è morto all’ospedale di Taormina.
I due, originari di Biancavilla, vivevano in un appartamento di via Vittorio Emanuele III, a due passi dai binari della ferrovia. I vicini, secondo quanto riferiscono i carabinieri di Giarre intervenuti sul posto, non raccontano di liti o particolari fastidi derivanti dalla presenza di madre e figlio. Una vita, dunque, apparentemente tranquilla. Pochi a Fiumefreddo li conoscevano, anche perché si erano trasferiti nel centro ionico da due anni e qui la signora Zappalà aveva intrapreso l’attività di cartomante. Che andava anche piuttosto bene, visto l’afflusso quotidiano di numerosi clienti.
«Venite, ho ucciso mia madre». Con queste parole Pietro Battiato, piccoli precedenti per droga risalenti al 2005, avrebbe confessato il delitto alla polizia per telefono. La segnalazione è stata prontamente girata ai carabinieri di Giarre. In attesa del loro arrivo, il giovane si è inferto una profonda coltellata all’addome. Trasferito al’ospedale di Taormina, le sue condizioni sono apparse subito gravissime, ha subito un’operazione d’urgenza ma è morto nella mattinata a causa delle ferite che avevano leso organi interni.
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