Fiumefreddo, intervista alla candidata sindaca Fiume «Mi candido contro un certo modo di amministrare»

Si ripropone per la poltrona di sindaco di Fiumefreddo di Sicilia con l’intento di fare da chioccia, «da incubatrice», per quei giovani che la politica ha allontanato da sé. Il ritorno in campo della scrittrice, già primo cittadino dal 1993 al 2002, non era in programma: «Avevo come occupare il mio tempo, glielo assicuro» e a marzo la sua era sembrata tutt’al più una provocazione. Ma fra il passo indietro del sindaco Marco Alosi, non più ricandidatosi, ed l’impasse sulla scelta di un successore che tenesse unita la maggioranza uscente – circolavano quelli del vicesindaco Angelo Torrisi, di Gino Currò e dell’ex assessore Claudio Fiume, fratello di Marinella – la sfida della professoressa ha acquisito sempre più concretezza. Forte anche di una popolarità che il tempo trascorso dagli anni della primavera sembra non aver scalfito. La nuova lista di Fiume si chiama appunto la Primavera di Fiumefreddo.

L’intuizione di due mesi fa è stato premiata. Fiume è di nuovo candidata sindaca alla testa di uno degli schieramenti più accreditati per la vittoria. Verso di lei si è avvicinata gran parte delle forze che sostengono l’amministrazione uscente.
«Sono partita con un gruppo di giovani che non avevano mai fatto politica ma che guidati da me avevano il piacere di farla. Dopo, bisognava fare una lista e noi stessi abbiamo cercato gli elementi migliori da ogni parte, sia nel senso della trasversalità che nel senso dell’esperienza. Piuttosto che mandare giovani allo sbaraglio, ci pareva bene mettere insieme chi aveva già avuto la possibilità di amministrare con chi questa possibilità non l’aveva avuta».

Le è venuto facile aggregare, visto che rispetto ai suoi primi dieci anni da sindaca è svanita ogni caratterizzazione politica. Le manca questo?
«Non mi manca affatto, non mi mancano le ideologie. Abbiamo un obiettivo, cioè costruire nell’interesse del paese e questo perseguiamo. Credo che ideologie ed i partiti così come sono abbiano fatto il loro tempo. Non l’istituzione partito, che resta l’anima della democrazia. Tuttavia che si rinnovino tutti, di tutto l’arco parlamentare, che si avvicinino di nuovo alla gente, alle esigenze del territorio, è sicuramente auspicabile».

Se e quanto ha trovato cambiata la politica a Fiumefreddo rispetto agli anni ’90.
«Si, effettivamente l’ho trovata cambiata perché ad esempio tanta gente è disamorata della politica. Questo è stato il miracolo rispetto a quello che volevo fare. I miei ragazzi la chiamano la “rivoluzione gentile”. È già accaduta due mesi fa, loro sono cresciuti tanto. Almeno una sessantina di giovani ha lavorato al programma con una passione, un senso di partecipazione, che ha contagiato tutti. Anche chi non aveva conosciuto questo approccio alla politica è stato cooptato in questo disegno e ha recuperato l’entusiasmo. Questa è già una vittoria, indipendentemente dai risultati».

Queste elezioni sembra essere soprattutto la sfida fra due ex sindaci che vogliono riprendersi la scena, lei e Sebastiano Nucifora. Si direbbe che sia arrivata l’ora la resa dei conti. Non vi eravate infatti mai confrontati elettoralmente in prima persona, sebbene la vostra contrapposizione abbia segnato la storia politica di Fiumefreddo.
«Non faccio rese di conti con nessuno, né mi candido contro qualcuno. Però mi candido contro un certo sistema ed un certo modo di amministrare. Sono stata sindaco per quasi dieci anni e quando ho finito il mandato, abbiamo lasciato tutto a posto: le finanze, i bilanci. Abbiamo amministrato come fanno i buoni padri e le buone madri di famiglia, facendo i giusti passi ma anche cercando di predisporre il futuro. Siamo stati noi ad avviare una politica dei beni culturali a Fiumefreddo, acquistando la Torre Rossa – sito archeologico di età romana, ndr – ed il Casale Papandrea, quelle emergenze da cui adesso dipenderà il nostro sviluppo futuro».

Fra bilanci non approvati ed una situazione debitoria da chiarire, primo nodo da sciogliere sarà appunto la questione finanziaria. La spaventa l’ipotesi di non poter evitare il dissesto dell’ente?
«Non andremo ad amministrare una situazione florida, dunque non facciamo grandi promesse, né potremo realizzare miracoli immediatamente. La priorità sarà il risanamento del Comune. Il dissesto è un rischio che esiste ma che cercheremo di evitare perché significherebbe tasse al massimo per tutti. Sappiamo che abbiamo molta buona volontà ed anche quel minimo di competenze necessario. Prima bisogna risanare, ma anche costruire insieme, trovare i modi per risanare ma anche nel frattempo avviare lo sviluppo. L’una cosa non esclude l’altra».

L’altra questione è quella urbanistico-viaria. Fiumefreddo appare come stretto tra la ferrovia e la statale 120, spessissimo intasata dal traffico. Come pensate di intervenire?
«Questo punto di debolezza potrebbe diventare un punto di forza. La nostra posizione strategica tra l’Etna ed il mare, disciplinando il traffico, cambiando assetto viario, potrebbe essere un elemento importante. Ma noi abbiamo anche un altro punto di forza, cioè la capacità di utilizzare gli unici fondi che ormai ci sono. Conosciamo già molto bene il programma Horizon 2020 – Programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione – e stiamo già lavorando sul programma dei fondi comunitari. Abbiamo intenzione di aprire uno sportello di sviluppo locale attraverso il quale intercettare tali fonti. Vorrei partire proprio da qui, lavorando su risorse ecocompatibili, risorse idriche, energie alternative, trasporti a inquinamento zero, tutto questo è già nel nostro programma affinché un handicap diventi una virtù».

Nei programmi di tutti i candidati compare il rilancio di Marina di Cottone. Dove peraltro si addensano tutte le incognite sul futuro della cartiera ex Siace, di proprietà dell’ex Provincia di Catania. Come può materialmente intervenire il Comune?
«Già ai miei tempi presentai il Piano regolatore della città ed il Piano spiaggia già completato, piani rimasti in sospeso perché nel secondo mandato non avevo più la maggioranza in Consiglio. Nei quindici anni successivi però nulla di ciò si è concretizzato. Sono andata nei quartieri, mi pareva che il tempo si fosse fermato, che le uniche realizzazioni fossero state le nostre. Per questo mi sono sentita chiamata a ricandidarmi. Noi pensiamo intanto di rendere esecutivo il Piano spiaggia, rivitalizzando così la fascia demaniale e riorganizzando la Regia trazzera sul lungomare che solo adesso è nella disponibilità del Comune. La Provincia non c’è più, non c’è più un cda per la Siace, tutto decaduto e vanificato e questa è un’occasione. Qualcuno dice che sono stata io a bloccare i progetti per l’area della cartiera – Il Comune, la Provincia guidata da Nello Musumeci e la Russottfinance spa erano entrati in società per creare un polo turistico-alberghiero a Cottone, ndr -, ma sono passati quindici anni durante cui hanno governato amministratori vicinissimi a quell’imprenditore. Il nostro grande desiderio è che adesso la Città metropolitana riconsegni l’area al Comune. Da lì potremmo fare tutti i progetti che vorremmo e partecipare ai bandi. Ma non pensavo a scimmiottare i paesi vicini».

Appunto, in fondo Marina di Cottone è sfuggita alla cementificazione vista in altri luoghi.
«La spiaggia è bellissima così, ma va fruita e vanno assicurati i servizi. Pensiamo al turismo ecocompatibile, a percorsi ciclabili, a percorsi per la terza età, al turismo delle famiglie, a tutto quello che manca a Taormina. Pensiamo ad alberghi che siano veri alberghi e non le seconde case, come è accaduto nei Comuni vicini».

L’11 giugno Marinella Fiume viene eletta sindaca. Qual è la prima cosa da fare e quali le priorità dei primi cento giorni.
«Prima di tutto ringrazieremo i cittadini e diremo loro: “Siamo qui per voi ma questo è il momento di sbracciarci tutti insieme”. Più sono le difficoltà, più è necessario che i cittadini vengano informati, il rapporto con la gente non va abbandonato. Fiumefreddo è fatta di tanti quartieri disposti a stella, incontrandone la gente perché ho capito che non c’è più rapporto fra loro ed il Comune. La priorità sarà anche quella di spingere sul depuratore consortile. Devono darci delle risposte chiare. Cercheremo poi di accordarci con i sindaci vicini affinché i liquami possano non più nuocere ai cittadini. Non dipende solo da noi, sappiamo solo che ci metteremo tutto il nostro tempo, tutto il nostro impegno, tutta la nostra passione».  

Francesco Vasta

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