Firme false, un attivista cinquestelle si autoaccusa Avrebbe fatto ai giudici i nomi di altri responsabili

La vicenda firme false che sta scuotendo il Movimento 5 Stelle a Palermo potrebbe essere a un punto di svolta. Proprio in seno al movimento sarebbe spuntato un presunto pentito, un attivista che starebbe raccontando ai magistrati palermitani particolari sulla vicenda delle firme false per la presentazione delle liste a sostegno della candidatura a sindaco di Riccardo Nuti nel 2012 depositate in tribunale e oggetto di un’indagine in procura. Il testimone, si apprende da fonti qualificate, avrebbe partecipato alla riproduzione delle false sottoscrizioni e starebbe facendo il nome degli altri attivisti coinvolti.

I magistrati palermitani che indagano sul caso: il procuratore aggiunto Dino Petralia e la pm Claudia Ferrari, avrebbero sentito alla Digos di Roma, come persona informata sui fatti, la deputata palermitana Giulia Di Vita. Ieri i pm, sempre nella capitale, avevano sentito i parlamentari Andrea Cecconi, Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo. Il testimone, che confermerebbe la storia raccontata dall’attivista in tv, si sarebbe autoaccusato e avrebbe confermato che, accortisi di un errore formale nelle indicazioni relative a uno dei sottoscrittori della lista, alcuni cinque stelle avrebbero apportato la correzione e ricopiato centinaia di firme dalle originali raccolte. Sul caso la procura indagò, in seguito a un esposto anonimo, già nel 2013, ma l’inchiesta venne archiviata. Dopo la denuncia dell’attivista è stata aperta una nuova indagine, prima a carico di ignoti, poi a noti.

Redazione

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