Firme false M5S, Beppe Grillo era stato informato? Movimento smentisce, pioggia di attacchi dal Pd

Beppe Grillo è stato informato della presunta falsificazione delle firme a Palermo? Secondo un’indiscrezione colta dall’Ansa sì. L’agenzia riferisce di «fonti interne al Movimento di Palermo», che avrebbero confermato che l’ex comico genovese al corrente di quanto accaduto quattro anni fa da almeno dieci giorni. Da prima, dunque, che i tre attivisti, tra cui la deputata regionale Claudia La Rocca, collaborassero con la Procura che indaga sul caso, ammettendo che quelle firme furono ricopiate. 

Da Roma, tuttavia arriva la smentita. Ieri il deputato regionale Giancarlo Cancelleri, candidato presidente della Regione con i cinquestelle nel 2013, convocato dai pm assieme ad altri tre parlamentari grillini, come persona informata dei fatti aveva detto: «Non abbiamo riferito ai vertici nazionali il racconto della La Rocca sulla vicenda delle firme false. Ci siamo limitati ad ascoltarla e ad accogliere con felicità la sua intenzione di parlare con i magistrati». Prima di recarsi volontariamente in Procura per raccontare la sua verità, il deputato La Rocca aveva parlato con i colleghi del gruppo parlamentare, riferendo il suo travaglio e spiegando che aveva intenzione di presentarsi ai magistrati per spiegare che anche lei era presente quattro anni fa quando furono ricopiate le firme apposte dai sostenitori della lista perché qualcuno si accorse che il luogo di nascita di uno dei candidati era stato trascritto in modo errato: Palermo anziché Corleone. 

Il timore tra gli attivisti presenti quella sera fu che a causa di quell’errore la lista potesse essere esclusa dalle elezioni. Quindi qualcuno avrebbe preso la decisione di ricopiare le firme, depositando poi gli elenchi. La Procura ha già ascoltato diverse persone. L’indagine potrebbe concludersi tra qualche giorno. intanto dalla base del Pd piovono gli attacchi. Il deputato nazionale Federico Gelli parla di «ridicola tesi della differenza tra firme copiate e firme falsificate» e di «un nuovo trucco retorico per uscire dall’angolo in cui si è cacciato con la vicenda delle firme di Palermo: la responsabilità individuale». Gli fa eco la collega senatrice Orrù, che vede in questo «un altro tassello del mistero che aleggia attorno alla nebulosa nonché infamante vicenda delle firme false». Davide Ermini, sempre Pd, chiede spiegazioni a Di Battista e Di Maio, mentre in tanti, sulla sponda Dem non perdono occasione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di Grillo e i suoi. 

Redazione

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