Non più procedimento a carico di ignoti ma indagati con nome e cognome. Si evolve il caso delle presunte firme a 5stelle per la presentazione della lista alle elezioni comunali del 2012. Secondo indiscrezioni sarebbero pronti gli inviti a comparire per gli indagati che dovrebbero essere interrogati nei prossimi giorni dall’aggiunto Dino Petralia e dalla pm Claudia Ferrari, titolari dell’inchiesta. La città di Palermo potrebbe rivelarsi dunque un boomerang per il Movimento che solamente a settembre, al Foro Italico, pensavano alla Sicilia come «prima Regione pentastellata». Il reato ipotizzato dall’accusa è quello previsto dall’articolo 90, secondo comma, del Testo Unico 570 del 1960. La norma punisce con la reclusione da due a cinque anni, tra l’altro, «chiunque forma falsamente, in tutto o in parte, liste di elettori o di candidati od altri atti dal presente Testo Unico destinati alle operazioni elettorali, o altera uno di tali atti veri oppure sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti medesimi».
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