In occasione della giornata mondiale dell’acqua è stata sottoscritta la convenzione di gestione tra l’Amap e l’Ati (Assemblea Territoriale Idrica) di Palermo. E si devono fare alcuni passi indietro per poter inquadrare bene la portata dell’accordo trentennale. È il maggio del 2015 quando Amap prende in carico la gestione del servizio idrico integrato dei Comuni dell’area metropolitana di Palermo, tramite l’affitto del ramo d’azienda della fallita Acque Potabili Siciliane (APS), salvaguardando pure i 198 lavoratori che rischiavano di perdere il posto di lavoro.
Successivamente il consiglio comunale di Palermo proroga ad Amap l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato fino al 2045, deliberando anche la modifica dell’articolo 1 dello statuto dell’azienda per consentire l’ingresso di nuovi soci pubblici. È così che aderiscono alla compagine sociale di Amap 33 Comuni i quali acquistano le quote azionarie della società e deliberano anch’essi, tramite l’approvazione dei rispettivi consigli comunali, l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato fino al 2045.
Il loro ingresso ha permesso ad Amap di servire un bacino di oltre 1,2 milioni di abitanti, facendola diventare una della più grandi aziende a capitale interamente pubblico di gestione del servizio idrico integrato in Italia. Tra i Comuni che invece al momento preferiscono una gestione autonoma ci sono Bagheria e Misilmeri, mentre altri hanno affidato i propri servizi a società private.«Oggi – dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – si compie un importante passaggio di quel processo di messa in sicurezza del futuro del servizio idrico nel nostro territorio e del futuro aziendale dell’Amap. La sottoscrizione del contratto trentennale è strumento fondamentale perché l’azienda possa operare con una programmazione di lungo respiro, sia in termini di interventi strutturali sia in termini di organizzazione dei servizi e del personale».
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