Non sapendo più a quale Santo rivolgersi per trovare i voti persi per una serie di scelte politiche una più sbagliata dellaltra, Gianfranco Fini, presidente uscente della Camera dei deputati e leader di Futuro e Libertà, e il suo fido siciliano Fabio Granata avrebbero organizzato una mezza manifestazione politica in via DAmelio, il luogo dove Paolo
Borsellino, gli uomini e le donne della sua scorta vennero trucidati.
Granata dice che è una manifestazione sobria: parola strana, se pronunciata da un uomo politico in cerca di voti. Lidea di organizzare una manifestazione in via DAmelio, in campagna elettorale, è di cattivo gusto (Tascia, come si dice a Palermo). Ci rendiamo conto che Fli, benché apparentato con il leader del Partito delle tasse, alias Mario Monti (grazie a tale apparentamento, Fli dovrà superare il 2 per cento per avere rappresentanti a Montecitorio e il 3 per cento per entrare al Senato), è, come si dice dalle nostre parti, muru cu muru cu u spitali. Questo, però, non giustifica il ricorso a certi tentativi, non esattamente eleganti, per cercare consensi.
Ci sentiamo in dovere di avvertire il presidente Fini che personaggi del calibro di Paolo Borsellino sono patrimonio di tutti, e non di una parte politica.
Non sappiamo quale genio della comunicazione abbia indotto lui e Granata a organizzare una manifestazione del genere. Ma è giusto avvertire entrambi che tale manifestazione sortirà leffetto esattamente opposto a quello che loro immaginano.
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