Finanziaria, taglio ai contributi dell’ex tabella H Restano solo i fondi per gli enti socioassistenziali

Verrà ricordata come la Finanziaria delle dimissioni. Prima i tagli nei finanziamenti alle ex Province regionali, poi lo svilente dibattito sul futuro di Riscossione Sicilia. Gli unici effetti concreti prodotti finora dalla legge di stabilità siciliana per il 2016 sono le dimissioni dei due commissari straordinari delle Province di Agrigento e Caltanissetta, Marcello Maisano e Alessandra Diliberto, e di due dei tre componenti del consiglio d’amministrazione di Riscossione Sicilia, Maria Filippa Palagonia ed Eustachio Cilea, che hanno comportato la decadenza dell’intero cda, compreso il presidente Antonio Fiumefreddo

Tutti gli articoli della legge di stabilità siciliana 2016 hanno ricevuto l’ok da Sala d’Ercole, mentre per il voto finale bisognerà aspettare domattina alle 11, preceduto dalle dichiarazioni dei capigruppo. Approvato infatti in serata anche l’articolo 23 e alcuni articoli di natura tecnica, che l’Aula in serata ha esitato in pochi minuti.

Quali gli Enti rimasti a bocca asciutta? Tra i contributi che sono stati tagliati dall’Aula, ecco sparire i fondi per il buono scuola, che l’anno scorso ammontavano a un milione di euro; i 645mila euro destinati invece lo scorso anno ai Consorzi di garanzia fidi per il concorso agli interessi delle operazioni finanziarie; i 30mila euro precedentemente stanziati per il centro di formazione per la polizia municipale; i 70mila euro per i centri di recupero e primo soccorso della fauna selvatica e i circa 60mila euro per i parchi regionali e le riserve naturali.

La finanziaria assegna invece 10 milioni all’Irsap, quasi 5 milioni all’Istituto regionale della vite e del vino, oltre 2 milioni di euro al Ciapi di Priolo, quasi 14 milioni agli enti parco e ai gestori delle riserve naturali (300 mila euro in meno rispetto al 2015), oltre 12 milioni al Teatro Bellini di Catania (-600 mila euro), quasi 13 milioni all’Ente di sviluppo agricolo (-700 mila euro), quasi 4 milioni al teatro di Messina, circa 2 milioni all’Istituto zootecnico e all’Istituto ippico di Catania (+ 200 mila euro), quasi 8 milioni all’Orchestra sinfonica siciliana (Foss) (-500 mila euro), 6,6 milioni al teatro Massimo (-400mila euro), 12,5 milioni agli Ersu (-700 mila euro). E ancora: 787mila euro a Taormina arte (-41 mila euro), 268 mila euro alle Orestiadi di Gibellina (-14mila euro), 14,3 milioni ai Comuni per le spese di ricovero dei minori disposto dall’autorità giudiziaria, 11,5 milioni per le comunità alloggio, 7,5 milioni per il fondo unico per lo spettacolo. Confermati anche i finanziamenti per le vittime di mafia: 435mila euro alle associazioni antiracket, 113mila euro per il fondo di solidarietà alle vittime del racket, 255mila euro per le assunzioni di familiari di vittime di mafia.

In serata è sparita anche la ex tabella H: nessun contributo è stato concesso, se non agli Enti specializzati in assistenza sociosanitaria. Nello specifico si tratta dell’Unione Italiana ciechi, dell’Istituto per ciechi di Palermo, della Stamperia Braille, del centro regionale Helen Keller, del Comitato regionale Ens, dell’Istituto ciechi di Catania, del centro Assistenza socio sanitaria fisico Frisone e del fondo contributi in favore di soggetti beneficiari di un sostegno economico.

Poco dopo le 17, l’Assemblea aveva approvato anche l’articolo 22, il primo del capitolo sulle disposizioni finanziarie. Sono stati stanziati, tra non poche tensioni, 311 milioni destinati, tra gli altri, a teatri, Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Irsap), Ente acquedotti siciliani (Eas). L’ok è arrivato dopo la rinuncia da parte dei deputati a molti degli emendamenti presentati per lasciare spazio alle spese obbligatorie. Rispetto allo scorso anno, si registra un taglio di 22 milioni. Il governo è stato battuto su un emendamento presentato dal Mpa con voto segreto, che ha abolito il contributo di oltre un milione di euro per il dissalatore dell’Isola di Vulcano

Si dice soddisfatto il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, che proprio questa mattina ha voluto sottolineare come si tratti di una finanziaria che, sotto il profilo tecnico, si sta facendo «alla luce del sole». «Finanziarie di notte – ha precisato Ardizzone – non se ne fanno più». E sui costi della politica ha detto: «È doveroso per chi ha di più in questo momento che faccia sacrifici, la Sicilia già da tempo ha adeguato le indennità dei parlamentari regionali agli altri consigli regionali, l’Isola con i suoi cinque milioni di abitanti costa quanto il Molise che ne ha 300mila».

Miriam Di Peri

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