Alla fine, non c’è stata neanche la discussione generale. Tutto rinviato a martedì. Le tensioni tra le varie forze politiche, acuite dalla prospettiva dell’imminente rimpasto in Giunta, si riflettono in pieno nel travagliato iter per l’approvazione del Bilancio e della Finanziaria 2014.
Sala d’Ercole si è riunita per circa due ore. La seduta si è aperta con l’allarme del Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, sulla mancata certezza dei numeri della manovra: “Prioritaria ed essenziale è la necessita di un esame rigoroso delle entrate iscritte in bilancio sulla base di una relazione tecnica che espliciti in maniera analitica e puntuale criteri di quantificazione e fondatezza delle previsioni, integrando le indicazioni di massima contenute nella relazione tecnica depositata dal governo. Gli uffici dellAssemblea – ha detto Ardizzone- e del governo faranno un esame ulteriore della complessa materia: martedi mattina poi si riunira la conferenza dei capigruppo, come chiesto anche dal governatore e poi in Aula si procederà senza interruzione fino all’approvazione dei documenti economici”.
Concetto, quello della ‘farraginosità’ del Bilancio 2014, espresso in maniera chiara dal deputato Marco Falcone, che ha attaccato a muso duro l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, presente in Aula assieme al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
“Lei ha coperto un buco creandone uno maggiore -ha detto il parlamentare di Forza Italia nel suo intervento riferendosi alle previsioni ‘ballerine’ sulle minori entrate pattuite con il Governo nazionale. La questione, come denunciamo da mesi, è quella dei residui attivi: il Bilancio regionale 2014 contiene una clamorosa anomalia: a fronte di un prelievo dello Stato, che si dovrebbe attestare intorno al miliardo-miliardo e 200 milioni di euro, si ipotizza un rientro, da Roma, di 500 milioni di euro. Anche meno secondo Falcone:
“Chiudiamo la partita con 338 milioni dinnanzi alle necessità di oltre un miliardo di euro. Questo governo abbia l’autorevolezza di contrattare con Roma la questione”.
Per il parlamentare dell’opposizione “questa è una manovra economica forte con i deboli e debole con i forti. Basti pensare all’abbassamento delle royalties per le compagnie petrolifere che operano in Sicilia. Capisco che bisogna dare un ‘contentino’ a Confindustria Sicilia che ha un suo esponente in Giunta, ma questo è troppo”.
Molto generico l’intervento di Crocetta che si è soffermato a lungo sul tema delle unioni civili (aiuti alle coppie di fatto) e dei gay: “Questa finanziaria ha un’anima. Parla ai giovani, ai precari, estende alle coppie di fatto gli aiuti destinati alle famiglie. In questo modo si apre alle coppie gay?”, domanda ai deputati, “guardate che l’80% delle coppie iscritte nei registri delle unioni civili sono etero. Ma e’ un fatto che non si possono negare diritti e che la contrapposizione politica non puo’ sfociare in odio sociale e pregiudizio”.
Ma, poco o nulla ha detto sugli altri contenuti. Nessun riferimento allo scippo ‘romano’, semmai una difesa del ‘regalo’ alle compagnie petrolifere: “Se c’è il rischio che spostino i loro investimenti altrove, cosa devo fare?”. E su Confindustria: “Parlo con loro come con tutti le altre parti sociali, non c’è una corsia preferenziale. Certo condividiamo in pieno la battaglia per la legalità”.
Tutto il resto retorica pura. Della serie la coperta è corta, bisognava fare delle scelte, questa è una finanziaria rivoluzionaria rispetto al passato e bla bla….
Non è mancato un riferimento ad uno dei temi più caldi di questo momento politico: l’apertura al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano: “Nessun inciucio. Per fare le riforme è necessario un dialogo con tutti”.
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