Finanziaria, gli uffici tirano le orecchie al governo I rilievi tra coperture carenti e competenze dubbie

Certo, i tempi sono stati celeri e la Sicilia potrebbe (forse) per la prima volta dopo diversi anni non restare in esercizio provvisorio fino al prossimo aprile. La sessione di bilancio all’Assemblea Regionale è aperta e la nuova Finanziaria è già stata incardinata alla fine dello scorso anno. È anche vero che l’esame da parte delle commissioni di merito è già stato concluso e che al momento la legge di Stabilità è in discussione in Commissione Bilancio, per approdare poi all’Aula il prossimo 11 gennaio. Ma la stangata arriva soltanto adesso, dagli uffici tecnici. Che snocciolano, punto per punto, tutto quello che nel disegno di legge che regola l’esercizio finanziario per il 2019 va aggiustato.

Già la premessa, nella nota redatta dal Servizio Studi dell’ufficio bilancio, non è delle più rosee: «Prima di approfondire le tematiche e i profili critici contenuti nei disegni di legge in esame – sottolinea la relazione, inviata a tutti i deputati – occorre evidenziare che le relazioni tecniche accompagnatorie sono carenti di informazioni relative alla quantificazione degli aspetti finanziari delle norme dell’articolato ed alle modalità di copertura delle spese. Ciò, ovviamente, rende oltremodo complicato un esame approfondito delle singole questioni e del loro effettivo impatto sulle finanze della Regione».

Si parte dagli incentivi destinati a chi trasferirà la residenza fiscale in Sicilia, pari a un milione di euro. «Nulla si rintraccia – chiosano dagli uffici tecnici – in merito alle modalità di quantificazione, cosicché non ci si può esprimere in relazione alla sua congruità». Tradotto: non c’è alcuna stima su quante persone questa misura potrebbe attrarre e quindi se le risorse stanziate siano sufficienti. «Si ritiene che il competente dipartimento regionale debba sottoporre alla valutazione della deputazione regionale gli elementi per verificarne l’impatto. Inoltre non appare di facile interpretazione il riferimento alla operatività del provvedimento rispetto ai tributi comunali».

Non va meglio guardando al fondo da 20 milioni per le ex Province. «La disposizione – ammettono dagli uffici – appare problematica sotto diversi profili». Intanto perché quei fondi per legge dovrebbero essere indirizzati verso investimenti e invece verranno destinati alla spesa corrente (il pagamento del mutuo). E poi viene sollevato il tema della copertura finanziaria: i 20 milioni, infatti, verrebbero stanziati nel caso in cui si realizzi l’equilibrio del sistema sanitario regionale, le cui entrate derivano dalle maggiorazioni Irpef e Irap. In quel caso, il surplus derivante da quelle maggiori entrate, ammesso che ammonti a 20 milioni di euro, potrà essere destinato alle ex Province. Insomma, secondo gli uffici «non sembra che tale modalità di copertura finanziaria possa essere apprezzata favorevolmente».

E ancora, l’esenzione del bollo auto per i veicoli ibridi: Il governo prevede in Finanziaria l’esenzione del bollo per tre anni, ma gli uffici gli ricordano che esiste già una norma statale in vigore dal 2016 che ne disciplina l’esenzione per cinque anni dalla prima immatricolazione. Restando in materia di bollo auto, gli uffici sollevano anche la questione legata a un altro articolo della Finanziaria, che modifica una legge regionale del 2015, relativa «ai termini di prescrizione per accertamento e rimborso della tassa automobilistica». Gli uffici fanno notare come già la Corte Costituzionale abbia sancito che «le Regioni non possono autonomamente e deliberatamente fissare proroghe ai termini di decadenza e prescrizione relativi alla riscossione del bollo». Insomma, non è di competenza della Regione.

Infine la norma che introduce un contributo di solidarietà per i trattamenti pensionistici del personale degli enti minerari soppressi (Azasi, Ems ed Espi). «La norma presenta – aggiungono i tecnici – profili di illegittimità costituzionale in quanto la previsione di un contributo di solidarietà in maniera selettiva a carico di alcuni trattamenti pensionistici rischia di presentarsi come un prelievo forzoso irragionevole e non giustificato. In particolare – concludono – si segnala in proposito il mancato rispetto dei principio di eguaglianza e parità di trattamento». Adesso governo e Assemblea dovranno aggiustare gli strafalcioni evidenziati dagli uffici e piuttosto alla svelta. Per essere pubblicata il 18 gennaio in Gazzetta Ufficiale, infatti, la Finanziaria dovrà essere approvata entro il 14, massimo il 15 del mese. Altrimenti addio alla «prima legge di Stabilità approvata in tempo negli ultimi 10 anni».

Miriam Di Peri

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