Fiera del Mediterraneo, la parola ai social «È una farsa, pericoli e degrado»

Sui social la riesumazione della Fiera del Mediterraneo è stata definita un «accanimento terapeutico» da giornalisti e social inflluencer. Un fallimento annunciato, si mormora già da oggi. A confermare le previsioni dei cittadini, le testimonianze di chi vi si è recato personalmente. 

Negli anni lo spazio è stato oggetto di diverse polemiche. Progettualità e idee proposte dai cittadini si sono intervallate a momenti di interesse da parte delle istituzioni, non ultima l’idea di renderlo un polo museale, caldeggiata dall’onorevole nazionale Saverio Romano ed arrivata sulla scrivania del sindaco Leoluca Orlando tramite una lettera. Nell’attesa di una destinazione d’uso definitiva, negli anni lo spazio è stato sede di incontri di boxe, luogo di confronto e spazio per eventi culturali, teatrali ed editoriali, occupato da associazioni di cittadini ma, più spesso, fotografato e raccontato come emblema dell’abbandono e dello spreco da cronisti, fotografi, cittadini, blogger e turisti

Ma l’iniziativa di riproporre la Fiera Campionaria del Mediterraneo, secondo l’opinione della maggioranza dei palermitani, era da bocciare in partenza, visto che «Quello che sui manifesti spacciano per ‘orgoglio siciliano’ non è altro che un mercatino rionale, peggio di come potessi ricordare». Scrive la blogger Alessandra Rossi. «Un mercatino a pagamento, una discarica tra topi, sporcizia e cornicioni pericolanti e hanno il coraggio di chiamarla fiera, la fiera della monnezza. Attenzione chi ha bimbi piccoli, è pericoloso, niente è in sicurezza – Afferma Ivan sui social – Ieri l’inaugurazione come si immaginava fu uno schifo pazzesco, senza luce, senza giostre e solo marocchini con banchi. Buffoni».

Niente per cui valga la pena vantarsi dunque. «Tra chincaglierie a go-go e luce che va e viene», come testimonia il video inviato a Meridionews dal lettore Gaetano Lombardo che segnala i due blackout: «Almeno 25 locali al buio nell’area food per dieci minuti» peggiore la situazione se ci si trovava nell’area artigianato, dove è mancata la corrente per due ore.

L’insofferenza di residenti e pubblico si è scatenata anche per il disagio dovuto all’invadente presenza dei parcheggiatori abusivi, del mancato controllo da parte dei vigili e delle auto parcheggiate al di fuori da ogni regola, impedendo a carrozzine e pedoni qualsiasi movimento in tutta l’area circostante. Su Twitter le reazioni sono state ironiche. @salvogan scrive: «Nessuno più de #ilmioposteggiatore sentiva la mancanza della Fiera Del Mediterraneo. Leoluca è sempre sensibile con i lavoratori!». Oppure «…Ma i parcheggiatori abusivi della FieradelMediterraneo sono gli stessi di vent’anni fa?». 

Su Facebook invece, la piega presa è diversa, i toni sono seri e sconfortati. Claudia M. scrive sul gruppo di MobilitaPalermo: «Piazza G.le Cascino, posteggio selvaggio causa effetto Fiera del Mediterraneo. Ore 20.25 la prima chiamata alla polizia municipale. Dopo 40 minuti neanche l’ombra di chi dovrebbe tutelarci». Uno dei tantissimi post di denuncia sul web che ha ricevuto decine e decine di commenti. Gioacchino C. risponde: «La zona non si presta e non si è mai prestata a contenere un evento del genere a livello di posteggi, quindi secondo voi, cosa farà la municipale? Io dico che non muoverà un dito, verrete ignorati. O vi muovete i piedi o con mezzi alternativi e mi spiace per i residenti, sono 15 giorni, io stringerei i denti». E ancora, un altro commento «Sono appena passato, c’è lo schifo, posteggiatori ovunque, macchine posteggiate in qualsiasi luogo, ovviamente dei vigili neanche l’ombra.».

Riportiamo di seguito e per intero lo sfogo del lettore Dario Bruno. 

«Ha suscitato scalpore la notizia della riapertura dopo sette anni della Fiera del Mediterraneo, soprattutto in chi in questi anni ha avuto occasione di entrarci per piccoli eventi che si sono tenuti nell’unico padiglione agibile, il 20, vedendo lo stato di enorme degrado e di dichiarata inagibiilià di tutto il resto dell’area fieristica. Qualche ottimista che mi sentirei di definire uno stolto credulone, avrà davvero pensato che la fiera riaprisse i battenti con tutti i suoi padiglioni e palazzine tornate a nuova vita, roba che sinceramente nemmeno sette anni fa ritrovavamo, essendo in uno stato pietoso da molti più anni. Bene, la Fiera riapre ma dimenticatevi gli spazi che una volta si riempivano di espositori o ‘bancarellieri’, dimenticatevi palazzine a più piani e qualche curiosità più o meno nuova esposta fra il ‘visto e stravisto’. La fiera riapre proponendo uno stuolo di pagode messe una di seguito all’altra sul viale principale della fiera e il tutto è circondato dall’abbandono e dal degrado degli edifici non più agibili, uno scenario che ricorda alcune cittadine subito dopo un bombardamento. Inaugura la tristezza, inaugura l’emblema ennesimo del fallimento di questa città e non accusatemi di pessimismo o di disfattismo perché non si tratta di quello. Palermo è stata sempre incapace di avere una fiera che abbia un senso, capace di ospitare un evento unico ed esclusivo, accentratore di eccellenze ed espositori, che trattasse un argomento specifico capace di attirare non solo operatori del settore ma anche visitatori curiosi. Verona ha il suo Vinitaly, Torino la sua Fiera del Libro, Parma il suo Cibus, Bologna il Motorshow e così via. Palermo ha solo la totale mancanza di capacità di creare qualcosa che diventi un evento, capace di durare negli anni e di diventare sempre più importante e rappresentativo. Non sono riuscito a capire dal tremendo sito internet dell’ente fiera se per entrare è richiesto un biglietto a pagamento, qualora così fosse sarebbe solo la ciliegina sulla torta del grottesco e del ridicolo, dove un sindaco panciuto e compiaciuto taglia il nastro del fallimento».

A parlare con Meridionews anche Turi Pirrone, del collettivo TMO, teatro Mediterraneo occupato: «La cosa che vediamo è la grande partecipazione, la città aveva voglia di tornare alla fiera. I ceti bassi o mediobassi sono i maggiori estimatori di queste attività. Ma non è così che si fanno le cose. – racconta – Il fallimento tecnico dell’iniziativa è sotto gli occhi di tutti. La gente si aggira sperduta per il viale delle bancarelle senza poter accedere al resto, tutto è recintato, i padiglioni sono tutti chiusi da muraglie e barriere che vorrebbero eliminare la vista dei padiglioni cadenti. Hanno eretto una barriera in cartogesso e legno che separa il teatro Mediterraneo dal resto dello spazio, oscurando di fatto l’unico padiglione attivo e mantenuto. – continua – Le giostre non ci sono più perché l’area sud è inagibile, vuota. Quello che definiscono ‘Lunapark’ è un piccolo tiro a segno tra l’area food e l’area artigianato. Non possono pensare di tenere in stallo una tale risorsa di spazio per adoperarlo 15 giorni all’anno e in questa maniera. Chiunque ci abbia riflettuto ritiene folle accanirsi e perpetrare schemi obsoleti che non sono al passo con i tempi, pensare che si possa tornare all’economia di un tempo. Non ci sono più i compratori né i venditori del boom economico».

Esiste un coordinamento cittadino che si chiama Fieramente. Ogni lunedì i liberi cittadini di Palermo, i rappresentanti di associazioni, artisti e intellettuali si riuniscono per portare avanti diverse proposte da presentare all’amministrazione comunale. «Vorremmo sapere che progettualità c’è oltre ai 15 giorni della campionaria. Lo spazio può essere una risorsa per gruppi e associazioni, per centri per bambini, disabili, per centri sportivi, circoli artistici o spazi espositivi. Le idee ci sono, speriamo vengano accolte. – continua Pirrone – Orlando si è sempre dimostrato sensibile. Le esperienze di autogestione sono tante, sono proficue e stanno facendo grandi cose per la comunità senza sprechi economici o di spazi».

Eugenia Nicolosi

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