Una fiaccolata nel 70esimo anniversario della Dichiarazione Universale di Diritti Umani per dire al mondo che stiamo dalla parte dei diritti e delle persone e invitare tutti quanti si sentono dalla stessa parte ad esserci. La manifestazione andata in scena stasera davanti al Teatro Massimo, Diritti a testa alta, a Palermo è stata promossa da Amnesty International, Action Aid, Caritas, Emergency e Oxfam e a cui hanno aderito decine di associazioni tra cui Green Peace, Forum Antirazzista Palermo, Legambiente, Emergency, le Donne di Benin City – solo per citarne alcune – per accendere i riflettori sullo scollamento tra i diritti sanciti nella carta e ciò che sta accadendo oggi in Italia.
Il 10 Dicembre 1948 a Parigi, veniva adottata, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il documento a fondamento di un mondo libero e giusto, stabilendo l’eguaglianza e la dignità di ogni essere umano e ponendo in capo ad ogni Stato il dovere di garantire a tutti il godimento delle proprie libertà e dei propri inalienabili diritti. «Sono passanti settant’anni, ma, ad oggi, nessuno Stato ha riconosciuto ai cittadini i diritti che si era impegnato a promuovere e garantire» affermano gli organizzatori per i quali nel nostro Paese, «la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di razzismo: la solidarietà è considerata reato, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza. Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare».
In piazza, tanti rappresentanti delle associazioni ma anche semplici cittadini e rappresentanti delle istituzioni, come il sindaco di Leoluca Orlando. «C’era una bella rappresentanza di composita di parecchie associazioni – ha detto Marco Siino che fa parte della Consulta comunale per la pace e i diritti umani e stasera ha preso parte al sit-in – a turno abbiamo letto ad alta voce i 30 articoli che costituiscono la carta ed è stato impressionante realizzare come quasi nessuno trovi spiraglio di concreta applicazione in questo momento nel nostro Paese rispetto ai provvedimenti legislativi adottati dalla nuova maggioranza politica. Dà un po’ i brividi – aggiunge – perché effettivamente sono le istituzioni in prima persona ad operare per la disapplicazione della dichiarazione del ‘48».
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