«Lui, la moglie e il figlio hanno cercato al buio per tutto Sant’Erasmo, mi hanno riportato persino gli scontrini». Giovanni Giallombardo al Festino non voleva neanche andarci, troppa confusione, ma si era lasciato convincere ad andare a vedere i fuochi d’artificio, lo spettacolo finale, sul prato del Foro italico. Lo spettacolo non era neanche iniziato, l’area verde nei pressi della Casa lavoro di padre Giovanni Messina, era già piena di gente quando l’uomo si è accorto di non avere più il suo portafogli. «C’erano tantissime persone – racconta Giallombardo a MeridioNews – non tutte in atteggiamenti proprio civili, ma non pensavo potesse succedermi una cosa del genere. Mi sono accorto che il mio marsupio era aperto, il portafogli era sparito. Non c’erano molti soldi, ma ero preoccupato per tutti i miei documenti. Sono subito andato via, ho bloccato immediatamente la carta di credito e il bancomat e ho chiamato i carabinieri per denunciare l’accaduto».
Intorno alle due e mezza della notte, però, una telefonata inaspettata. «”Lei è il signor Giallombardo?” mi chiede la voce al telefono. Sul momento ho pensato volessero chiedermi qualcosa in cambio del portafogli». Era invece Marcello Catanzaro, un autista dell’Amat che, come la vittima del furto, era andato con la propria famiglia a vedere i fuochi del 14 luglio vicino al mare. «Mi dice di avere trovato dei documenti e di avere cercato insieme alla moglie e al figlio per tutta la piazza nei pressi di Sant’Erasmo. Tra questi c’era anche il mio biglietto da visita e mi hanno chiamato. “Non so se siamo riusciti a trovare tutto, ma qualcosa abbiamo recuperato”, mi dice, così ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo».
Poi l’incontro, a casa del dipendente della partecipata del Comune. «Ero commosso – racconta Giallombardo – avevano recuperato tutto, persino gli scontrini. Un gesto disarmante». Da quel momento Giovanni Giallombardo ha cercato di mettersi in contatto con il Comune e l’azienda dei trasporti pubblici per raccontare quanto era accaduto. «Un piccolo miracolo di Santa Rosalia – conclude – Ho scritto al sindaco e all’assessore Catania, ho inviato dei tweet all’Amat nella speranza che venga riconosciuto il gesto di questa persona. Adoro Palermo, penso sia una delle città più belle del mondo, ma spesso il degrado culturale è tanto e persone come il signor Catanzaro sono delle luci, che si contraddistinguono in maniera diversa e danno speranza».
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