Cinque candelore hanno tardato durante la cosiddetta cerimonia della cera e per questo motivo sono state sanzionate. I fatti risalgono a giorno 3 febbraio quando i cerei hanno sfilato in occasione della festa di Sant’Agata insieme alla carrozza del Senato cittadino che, per questi rallentamenti, è arrivata dopo l’orario previsto in piazza Stesicoro. A confermarlo è il presidente del comitato dei festeggiamenti Francesco Marano, che gestisce insieme ad altri sei componenti l’organizzazione della manifestazione e vigila su eventuali irregolarità nel suo svolgimento. «Dopo esserci consultati anche con i presidenti delle associazioni che gestiscono i cerei – spiega Marano a MeridioNews – abbiamo deciso di applicare a cinque di loro una decurtazione del dieci percento sul contributo di circa 850 euro che ogni portatore percepisce per la tre giorni».
Una scelta presa, secondo Marano, «non per punizione ma perché la città è stata privata sostanzialmente di un momento fondamentale della festa». A essere colpite dal provvedimento, in particolare, sono le candelore del circolo Sant’Agata e quella dell’omonimo Villaggio, oltre a quella dei pescivendoli, dei macellai e dei fruttivendoli. Queste ultime tre, mentre le prime due erano ferme davanti alla chiesa della Collegiata – come raccontato in esclusiva da MeridioNews – si trovavano in via Dusmet, davanti gli archi della Marina. Dove «hanno sostato per gli stessi motivi delle piccole. Loro spesso si attardano per queste cose, stanno in piedi per una sorta di allenamento, per tenersi su», chiarisce il presidente del comitato. E aggiunge:«Una, tra l’altro, ha avuto un problema al boccione».
Una probabile prova di forza che la tradizione chiama con il nome di tichetta e intorno alla quale, secondo alcuni, esisterebbe un giro di scommesse. Circostanza sempre smentita dai portatori e che lo stesso Marano nega chiarendo che non è stata rilevata alcuna illegalità. «Ogni candelora è scortata dai vigili, soprattutto in quei tre giorni sono molto controllate e non sono stati accertati reati. Le forze dell’ordine non ci hanno riferito di scommesse o cose simili. A confermare che, nel caso di via Dusmet, si sia trattato proprio di una tichetta sono diversi video e post pubblicati sui social network da devoti e componenti dello staff di alcuni cerei coinvolti. Alcuni di loro, come tiene a precisare infine Marano, si sono recati negli uffici del comitato per «scusarsi personalmente per gli episodi».
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