Militari col mitra e che danno lezione ai ragazzini sull’autodifesa, polizia scientifica che allestisce un set con tanto di manichino a mo di cadavere, camionette dei carabinieri e dell’aeronautica: c’erano tutte le forze armate a piazza Verdi, in occasione della festa nazionale che ricorda, 101 anni fa, l’armistizio italiano che portò alla fine della prima guerra mondiale. Una vera e propria invasione, quella di fronte al teatro Massimo e durata qualche ora, in cui le forze armate palermitane hanno messo in mostra le proprie eccellenze, raccontando di sé e delle funzioni svolte e cercando – come nel caso dell’esercito, che aveva un apposito stand – nuovi volontari.
Una scelta, quella di concedere loro la piazza più nota e transitata della città, che non è andata giù agli anarchici e alle anarchiche di Sakalash. Che per l’occasione hanno inscenato una protesta colorata: vestiti e vestite con divise rosa, truccati e truccate come all’ultimo Palermo Pride, il gruppo di Sakalash ha diffuso volantini che sottolineavano come il 4 novembre «non è una giornata di festa ma un lutto», ricordando che «ogni anno in Italia ignobilmente e vergognosamente si celebra quella “vittoria” che fu un vero e proprio massacro di lavoratori uomini, alcuni dei quali erano poco più adolescenti: una vittoria pagata con 680mila morti, due milioni tra feriti, mutilati e prigionieri, tutti lavoratori mandati al macello contro altri lavoratori di altri paesi».
Mentre davanti al Massimo gli anarchici e le anarchiche manifestavano il loro disappunto, come ogni anno, in piazza Vittorio Veneto andavano avanti le celebrazioni davanti al monumento ai caduti. Al tradizionale alzabandiera hanno partecipato le principali autorità militari e civili cittadine, che insieme ai bambini delle scuole elementari di Palermo hanno assistito alla deposizione della corona di alloro davanti al ceppo commemorativo. Presente anche il primo cittadino: «Come ogni anno – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – siamo qui a testimoniare riconoscenza e ammirazione ai nostri caduti in guerra e nelle missioni internazionali di pace, e ci stringiamo alle donne e agli uomini delle forze armate, grati per il loro impegno quotidiano a difesa della nostra sicurezza e dei valori di democrazia e libertà».
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