Festa dal basso per i 60 anni di Paolino «Per tutti è un’istituzione più del sindaco»

«Come ti chiami?». «Paolino. Ti voglio bene». Paolino a Catania è un’istituzione. Non c’è serata che lui non passi a girare tra i locali del centro storico, fermandosi ai tavoli e chiacchierando con le persone. Tutte le persone. E abbracciandole. Perché Paolino, una disabilità mentale conclamata e un sacco di strada nelle scarpe, ha fatto di quello che viene definito il «Ti voglio bene power» la sua forza. È questo il motivo per il quale i festeggiamenti per il suo compleanno, il 25 ottobre, inizieranno un giorno prima. Al Nievski, il noto locale sulla scalinata Alessi. A organizzarli è Giulia Pappalardo, la mente creativa dietro al marchio Uau. E, sebbene l’idea sia stata sua, la partecipazione all’organizzazione del «Ti voglio bene party» ha avuto un successo che nemmeno lei si sarebbe mai aspettata. «Non sono brava con i social network, eppure l’evento ha cominciato a girare in un attimo. Tutto merito di quant’è buono Paolino, ovviamente», dice lei.

«L’ho conosciuto quando di anni ne avevo 16. Adesso ne ho 43, due figli e un’attività commerciale da mandare avanti. Eppure lui è sempre qui». Adesso si vedono perfino più spesso di prima. Perché lei ha aperto un negozio in via San Michele e lui abita, «pare con un nipote», in via di Sangiuliano. «Viene a trovarmi ogni giorno, io ho sempre qualcosa per lui. Una merenda, una briochina. Anche se a Paolino queste cose non servono, perché a lui pensa tutto il centro storico». Era luglio quando Pappalardo gli ha chiesto «”Paolino, ma tu quanti anni hai?”. E lui ha risposto che a ottobre ne avrebbe fatti 60. Gli ho proposto di fargli una festa e a lui quest’idea è piaciuta tantissimo. Così eccomi qua. Non si fanno promesse che non si mantengono».

Da un giorno all’altro, della festa di compleanno di Paolino ha iniziato a parlare tutto il centro storico. E per lui si sono mobilitati in tanti. «Ho chiesto a Valerio D’Urso, che ha lo studio fotografico vicino al mio negozio, se volesse fargli una foto – racconta Giulia Pappalardo – Poi ho cominciato a lavorare sullo scatto e l’artista Ljubiza Mezzatesta l’ha trasformato in un logo per le magliette. Ho domandato alla serigrafa Giovanna Cacciola, degli Uzeda, se potesse farle lei. E per il locale ho contattato Saro Nievski, che si è subito messo a disposizione. Qui vicino c’è anche Kina, che si occupa di stampe, e ci farà un centinaio di manifesti da attaccare in giro per la città». E non è ancora tutto: alla catena di affetto per Paolino si sono aggiunti anche tutti quelli che vogliono contribuire al suo regalo. «Ha chiesto una grande radio per ascoltare la musica», spiega l’organizzatrice della festa. «Massimo Picone, il titolare del locale in via Santa Filomena, è venuto a darmi i soldi per partecipare. E in ogni momento arriva qualcun altro».

E se ai soldi che serviranno per la «grande radio» di Paolino dovessero aggiungersene altri, l’obiettivo è la creazione di una sorta di «fondo cassa per le sue necessità. Se vuole una felpa, lo porto a fare shopping e a comprare una felpa, per esempio», continua Giulia. «So che lui non ha bisogno di cose necessarie. In qualche modo riesce sempre a cavarsela, e credo che abbia una pensione amministrata da un suo parente. L’idea, però, è che un po’ dei suoi desideri vengano esauditi. Lui è sempre pronto con un abbraccio, adesso è il momento che siamo noi ad abbracciare lui». In fondo: «Paolino è un simbolo per una parte di Catania che condivide i valori del ti voglio bene power. È più istituzionale del sindaco, per me è più importante di Bianco». Un’affermazione che viene supportata dalle migliaia di adesioni all’appuntamento, fissato per le 23 del 24 ottobre. «Paolino, tutta Catania ti vuole bene», scrive un utente su Facebook. E Paolino, Giulia Pappalardo garantisce per lui, ricambia.

Luisa Santangelo

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