Fermo convalidato, l’assassino di Ana resta in carcere Il fratello della 30enne: «Dette tante cose non vere»

Antonino Borgia resterà in carcere. Questa la decisione presa oggi dalla gip di Palermo Cristina Lo Bue, che ha accolto le richieste del sostituto procuratore impegnata sul caso, Annamaria Picozzi, convalidando il fermo. L’uomo, imprenditore 51enne di Partinico, si è costituito, confessando di aver brutalmente ucciso la 30enne Ana Maria Di Piazza, sua amante. «Sono molto abbattuto. Ho letto e visto alcune notizie che non sono vere. Più del 40 per cento non è vero». Dolore e rammarico nelle parole di Alexandru, il fratello di Ana. Che, però, non se la sente di imbarcarsi in alcuna polemica e smarca le domande chiedendo riservatezza e rispetto per la tragedia che ha investito lui e la famiglia. «Domani pomeriggio arrivo a Palermo – dice -. Spero si provi a capire cosa sto passando», si limita a dire. Mentre intanto è in corso all’istituto di medicina legale del Policlinico l’autopsia sul corpo della giovane, uccisa a coltellate e a colpi di bastone. Il cadavere è stato ritrovato abbandonato nelle campagne di Giardinello, tra Partinico e Balestrate, lungo la statale 113. Al momento della morte, la donna sarebbe stata incinta. Dettaglio che avrebbe riferito all’uomo poco prima di essere uccisa.

Gli istanti immediatamente precedenti all’omicidio sono stati immortalati venerdì, il giorno del delitto, dalle telecamere di una villetta della zona: nei frame di quelle immagini si distinguono un uomo e una giovane donna intenti a discutere, in alcuni lei è a terra e lui chino sopra di lei, in quelle successive c’è invece la donna che si allontana di corsa. Ma non ci sono solo le immagini. A disposizione degli inquirenti, infatti, c’è anche l’audio ripreso da quelle telecamere. «Ma che fai, molla il coltello, aspettiamo un bambino, io ti amo», sarebbero state le parole urlate da Ana. Il proprietario della villetta, lo stesso pomeriggio, è andato dai carabinieri per riferire proprio di quelle terribili immagini riprese dalle telecamere installate fuori dalla sua villetta. Non sono mancate anche altre segnalazioni, una fra tutte quella di una donna che, sempre ai carabinieri, avrebbe riferito di aver visto tra lo svincolo di Balestrate e Alcamo una giovane con il volto insanguinato e i vestiti strappati uscire da un furgone bianco inseguita da un uomo, senza pantaloni.

Secondo le prime ricostruzioni, Ana avrebbe voluto portare alla luce la relazione con l’imprenditore 51enne. Ma lui, sposato e con un figlio, non sarebbe stato d’accordo. Questa la scintilla forse che potrebbe aver innescato l’aggressione contro la giovane, fino al suo omicidio. Ana lascia un figlio di undici anni, avuto da una relazione passata. «Sosterremo questa famiglia con ogni strumento possibile – ha dichiarato il sindaco di Giardinello Antonio De Luca -. Stiamo valutando di costituirci parte civile nel processo. Il giorno dei funerali proclamerò il lutto cittadino e il 29 novembre ci sarà un consiglio comunale dove affronteremo questa vicenda che ha scosso tutti». Sgomento anche da parte delle amiche della giovane. «Ana sorella mia, non volevo crederci, invece è tutta realtà… Tu, sorella, amica, confidente compagna delle mille avventure insieme, dimmi come hai potuto permettere tutto questo, come hai potuto ti facessero del male – si sfoga sui social un’amica -, perché non mi dicevi cosa stavi passando realmente, ti avrei capita e aiutata, perché non hai fatto niente, chi ti ha fatto tutto questo la deve pagare… Ti voglio un mondo di bene angelo mio, non ti dimenticherò mai…».

Ma non c’è stato solo il cordoglio. Sui social non sono mancati commenti spiacevoli indirizzati proprio alla giovane vittima, criticata da alcune donne per aver intrapreso una relazione con un uomo già sposato o per il fatto che – secondo la versione dell’uomo – lei lo avrebbe ricattato chiedendogli dei soldi per tenere la bocca chiusa e non rivelare alla moglie della loro storia e del figlio in arrivo. «Sono indignata, sono stanca di leggere accuse e dubbi sulla donna uccisa! Ecco perché non finirà mai», il commento amareggiato di Lidia Vivoli, sopravvissuta a un’aggressione brutale perpetrata, anche nel suo caso, proprio dall’uomo che diceva di amarla. «Nessuno che dice “ma l’uomo sposato perché ha un’amante?” Eh no! Perché l’uomo deve tradire la moglie per essere macho. Mentre lei è la poco di buono, vero? Se non la smettete di giudicare le vittime, questa mattanza non finirà mai», il suo monito finale, proprio oggi che si celebra la giornata internazionale contro la violenza di genere.

Silvia Buffa

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