La prima udienza avrebbe dovuto tenersi poche ore dopo l’omicidio. Oggi per Luca Priolo – il 24enne accusato di aver ucciso l’ex compagna Giordana Di Stefano, 20enne – è stato disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di stalking. La denuncia è stata sporta dalla donna due anni prima, nell’ottobre 2013. Il corpo della giovane – mamma di una bambina di quattro anni avuta dalla relazione con Priolo – è stato trovato all’alba del 6 ottobre 2015, nelle campagne di Nicolosi. Più di 40 le coltellate che le sono state inferte. Immediata è scattata la ricerca di Priolo, arrestato nella serata a Milano. «Sì, sono stato io… ho perso la testa, non volevo ucciderla», ha confessato l’uomo, originario di Belpasso.
I due si sono incontrati la sera prima dell’udienza, quando Luca Priolo avrebbe chiesto di ritirare la denuncia. La giovane non si era costituita parte lesa, ma gli inquirenti avevano portato avanti le indagini. Nella querela Di Stefano ha segnalato di aver ricevuto messaggi assillanti, appostamenti e anche un’intrusione in casa. A lanciare l’allarme, non vedendola rientrare in casa, sono stati i genitori della donna quando Luca Priolo era già in fuga verso il nord Italia. Prima con la macchina della madre ritrovata alla stazione di Messina, e poi con un treno diretto a Milano.
L’uomo si trova nel carcere di piazza Lanza, l’accusa è di omicidio. Il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto nei suoi confronti le aggravanti della premeditazione e dell’aver agito con crudeltà. La prima udienza per il processo per stalking si terrà il prossimo 21 aprile.
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