Favorita, iniziata dismissione del campo rom Orlando rassicura: «Rispettati i diritti di tutti»

Questa mattina è iniziata la dismissione del campo rom alla Favorita di Palermo. In tutto si tratta di 58 persone, 13 nuclei familiari e 24 bambini. Grande dispiegamento delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri che hanno impedito fino alle 11 l’ingresso ai giornalisti e ad alcuni volontari. Presente anche il primo cittadino che ha incontrato le famiglie all’interno del campo. Alle 10.30 le persone presenti hanno chiesto e ottenuto di celebrare l’ultima funzione all’interno della moschea nella struttura. Al campo adesso non c’è più nessuno. 

Il Comune parla di fuoriuscita condivisa ma il timore di alcune famiglie, soprattutto quelle ospitate nelle strutture alberghiere, come riferiscono alcuni volontari, è che tra qualche mese, finito il clamore, molti di loro si troveranno di nuovo per strada. A rassicurarli ci ha pensato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: «Stiamo provvedendo a liberare il campo – ha affermato il primo cittadino – le cui condizioni sono inadeguate per la gente che ci abita. Sono stato accolto con un applauso oggi, quando sono andato a salutarli. L’amministrazione comunale rispetta i diritti umani di tutti, anche accompagnandoli in percorsi di inclusione».

Il 18 luglio scorso, al momento del sequestro, c’erano 120 persone che sono state accompagnate nel percorso di uscita dal campo. «Avevamo immaginato di concludere il percorso entro il 12 di maggio – ha aggiunto il sindaco –  e abbiamo adeguato la tempistica all’invito della Procura di fare prima. Tutto si è svolto in un clima di grande serenità a conferma che Palermo è una vera alternativa al clima di intolleranza e di razzismo che si respira nel resto del Paese».

E l’assessore alla Cittadinanza sociale Giuseppe Mattina ha sottolineato il lavoro svolto negli ultimi nove mesi: «Se avessimo avuto qualche giorno in più, avremmo potuto trovare qualche soluzione ulteriore per queste famiglie. Era una cosa che andava fatta e che era corretto fare per queste persone. È stato un lavoro complicato, perché riuscire a tutelare i diritti di tutti non è cosa facile. Volevamo garantire alle famiglie percorsi di inclusione adeguati. Abbiamo provato a fare percorsi differenziati per ciascuna delle famiglie che sono palermitane per creare un percorso che li rendesse autonomi». Lo sgombero è stato finanziato con fondi Pon Metro.

«Da quando è stato sequestrato il campo, all’epoca c’erano 120 persone divise in 24 famiglie – spiega Mattina – il Comune ha preso in carico sei nuclei familiari per realizzare un progetto grazie a enti religiosi cattolici e protestanti. Per sette sono stati attivati progetti di ricongiungimento con altri familiari. Tre famiglie erano in graduatoria per l’emergenza abitativa e gli è stata assegnata una casa «nel pieno rispetto delle regole». Gli altri otto nuclei, 32 persone, verranno ospitate per 26 giorni in strutture alberghiere e poi verranno accompagnate con progetti dedicati per l’inserimento sociale. Alcuni di loro hanno già individuato casa da affittare. Un percorso lungo, quello svolto dal comune intento a regolarizzare tutte le posizioni: molti rom sono italiani ma non avevano residenza e sono stati regolarizzati. I bambini del campo hanno chiesto anche oggi di andare a scuola. Anche su questo sindaco e assessore confermano: «Continueranno a frequentarla, il loro diritti saranno garantiti». Per il futuro, dopo la bonifica dell’area e la demolizione delle case, Orlando spera di riprogettare la fruizione dell’area, d’accordo con la Regione, per restituirla alla città. 

Stefania Brusca

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