Rifiuti in strada da ormai una settimana e una situazione igienico-sanitaria che si aggrava sempre più. Sullo sfondo la riproposizione della faida interna al Movimento 5 stelle. Accade a Favara, dove la protesta dei netturbini, in credito di due mensilità, è arrivata ieri in Assemblea regionale siciliana per bocca del deputato Giovanni Di Caro. L’esponente pentastellato che, oltre a essere originario della località agrigentina, è dipendente dell’ente comunale.
Di Caro si è rivolto alla giunta Musumeci affinché la Regione intervenga in qualche modo per riportare tutto alla normalità. «Il governo – ha detto ieri in aula il deputato – deve mettere fine a un circolo vizioso che alla fine finiscono per pagare i dipendenti, e, in ultima analisi, i cittadini che si trovano le strade invase dai rifiuti. Succede infatti che i Comuni non possono o non vogliono pagare le ditte che svolgono il servizio di raccolta, queste a loro volta non pagano gli operatori ecologici e questi entrano in sciopero con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti».
All’origine di tutto ci sono i ritardi nei trasferimenti delle somme che spettano alle aziende che raccolgono la spazzatura. A dovere pagare, chiaramente, è il Comune guidato dalla sindaca cinquestelle Anna Alba. «Abbiamo avuto problemi ad approvare in consiglio comunale la Tari 2019 e questo ha determinato uno stop al canone mensile di dicembre, per il resto siamo in linea con i pagamenti fino ad aprile di quest’anno – commenta la prima cittadina a MeridioNews – La situazione è senz’altro difficile e domani avremo un incontro in prefettura. Va sottolineato che dall’inizio della settimana non si tratta di un regolare sciopero, ma di un’astensione abusiva. Si rischia l’interruzione di pubblico servizio in una fase in cui, vorrei ricordare a tutti, che resta di emergenza sanitaria a livello nazionale».
Tra le difficoltà che da tempo Alba si trova a fronteggiare c’è senz’altro il non avere più un sostegno sicuro in consiglio comunale. Nonostante, infatti, sulla carta i consiglieri pentastellati siano 14, la metà ha voltato le spalle all’amministrazione. Una frizione che lo scorso autunno è sconfinata in una mozione di sfiducia che però non è stata approvata in aula. Tra i sette dissidenti ci sono anche due cognati di Di Caro. «Non voglio fare polemica – continua Alba – ma su questo tema c’è tanta strumentalizzazione: il Comune di certo non guadagna nulla nel fissare l’importo della Tari. La tassa sui rifiuti è una partita di giro e gli aumenti dipendono anche dai luoghi in cui siamo stati costretti a conferire. Discariche spesso molto lontane».
La sindaca non esclude poi di chiedere i danni all’impresa. «Anche se di certo non è una novità, ricordo a tutti che i netturbini non sono dipendenti del Comune ma sono presi in carico dalle aziende che svolgono il servizio». Infine un appello al senso di responsabilità. «C’è chi lancia appelli a non pagare la Tari, ma è proprio grazie a questo contributo che si mette in condizione il Comune di potere pagare l’azienda e – conclude la prima cittadina – evitare situazioni come quelle che stiamo vivendo».
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