Favara, omicidio in pieno centro: ucciso un 42enne Vittima stava lavorando, inutile la fuga in un market

Omicidio a Favara. Poco dopo l’ora di pranzo, Carmelo Ciffa, un uomo di 42 anni è stato ucciso in corso Vittorio Veneto, una delle vie principali del centro dell’Agrigentino. La vittima, originaria di Porto Empedocle, a quanto pare stava lavorando alla potatura di una palma, quando è stato sorpreso dal sicario che, dopo essersi avvicinato da via Cina, ha esploso alcuni colpi di pistola. 

Due i proiettili che avrebbero raggiunto il 40enne al torace che ha tentato la fuga all’interno di un supermercato, decedendo all’interno. Un terzo proiettile, invece, avrebbe colpito un’auto parcheggiata. Dopo aver sparato, il killer si è dileguato ma la sua fuga potrebbe essere stata registrata, almeno parzialmente, dalle telecamere di videosorveglianza installate in alcuni esercizi commerciali della zona. Le immagini, in queste ore, sono al vaglio degli inquirenti. A fare da contorno alla tragedia, un particolare al momento curioso: poco prima di morire, Ciffa, motosega in mano, stava lavorando a una palma già morta. Sul posto si trovano i carabinieri del comando locale e i militari della Compagnia di Agrigento. Sul luogo dell’agguato è presente anche il pubblico ministero Salvatore Vella.

Mentre gli investigatori mantengono il massimo riserbo sui primi passi delle indagini, ancora scossi sono i commercianti del posto. «Ho saputo dell’omicidio in un secondo momento, non posso dire nient’altro, perché a quell’ora eravamo già chiusi», commenta il titolare di un’officina. Mentre ad ammettere di aver sentito gli spari è un altro esercente. «Saranno state le 13 – dichiara l’uomo a MeridioNews -. Abbiamo sentito il rumore, ma lì per lì abbiamo pensato a botti sparati da ragazzi. Quando abbiamo sentito il trambusto ci siamo affacciati». Del sicario nessuna traccia, ma anche la vittima pare essere passata inosservata. «Un uomo che lavorava alla palma? Non le saprei dire, stando a contatto con i clienti è difficile fare caso a cosa accade in strada», conclude.

Simone Olivelli

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