«Proprio loro, che tanto parlano di costi della politica, si sono attaccati al gettone». L’accusa è rivolta al Movimento 5 stelle e arriva da Favara, dove due sere fa in consiglio comunale l’opposizione si è vista bocciare un emendamento che prevedeva l’azzeramento del gettone di presenza per le commissioni consiliari. Una proposta venuta fuori, a detta dei pentastellati, come provocazione, dopo la proposta – approvata – di ridurre il numero di commissioni, tagliando quelle ritenute superflue. «La verità è che bocciano qualsiasi cosa provenga dalla minoranza», dichiara il consigliere di Salvatore Giudice.
Da parte del Movimento, però, quanto accaduto non implica alcun tradimento dei punti cardine della politica pentastellata. «Tutt’altro – dichiara – il capogruppo Carmelo Sanfratello -. Rimaniamo rispettosi degli impegni presi in campagna elettorale, quando abbiamo annunciato che non avremmo chiesto decurtazione dei compensi, perché già fissati al minimo di legge, mentre ci impegnavamo a non percepirne di più qualora fossero stati aumentati». Tornando al voto in consiglio, Sanfratello sottolinea la presunta strumentalizzazione della vicenda. «All’inizio hanno addirittura proposto di tagliare anche i rimborsi ai datori di lavoro, ipotesi che la legge non prevede – continua -. La minoranza si è anche spaccata con diversi consiglieri che hanno votato come noi».
A Favara, il gettone di presenza è di poco superiore ai 32 euro con un massimale mensile di circa 623 euro lordi, che gli attivisti hanno promesso di non superare, con la firma la scorsa primavera di un documento etico. A ricordarlo è la sindaca Anna Alba. «Parliamo di cifre minime per chi fa attività politica e far passare il messaggio dei consiglieri legati ai soldi è sbagliato – commenta -. Io per prima ho deciso una riduzione del 30 per cento della mia indennità, che va a sommarsi al dieci per cento previsto dallo sforamento del patto di stabilità». Con le eventuali eccedenze, i pentastellati, prima della campagna elettorale, hanno promesso che avrebbero creato un fondo da utilizzare per finalità sociali. La volontà, a detta, della stessa prima cittadina è di rimpinguarlo comunque con «rinunce spontanee», anche se al momento il fondo non è stato creato. «La dichiarazione del dissesto non ci ha permesso di ratificarlo, ma lo faremo – assicura Alba -. I soldi a cui rinuncio, per esempio, per adesso sono messi da parte in attesa dell’apposito capitolo di bilancio».
Garanzie che però non vanno giù a Laura Mossuto, consigliera del Partito democratico e promotrice dell’emendamento. «Parlare di provocazione non ha senso – attacca -. Io per prima sono stata favorevole alla riduzione del numero di commissioni, ma proprio per questo ho proposto un maggiore impegno istituzionale, con la rinuncia ai gettoni. Viviamo un periodo in cui dovremo spiegare ai favaresi perché avranno le tasse al massimo, pensavo che potesse servire un buon segnale». Mossuto commenta poi l’ipotesi di rinunce spontanee da parte dei consiglieri pentastellati. «In questi casi si parla spesso di beneficenza con i soldi risparmiati – continua -. Io credo che per fare azioni benefiche non ci sia bisogno di essere consiglieri. Mercoledì – conclude – si è semplicemente persa una buona occasione».
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