Falso in bilancio. È questa l’accusa a carico del “re” dei centri d’analisi di Palermo, Nicola Locorotondo. L’indagine, coordinata da Paolo Guido, è nata da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate ed è condotta dagli investigatori del gruppo Tutela dei mercati della Guardia di finanza. I magistrati ritengono che oltre quattro milioni di euro, diventati poi cinque, siano stati fatti risultare falsamente nell’attivo delle società amministrate dall’analista. L’obiettivo sarebbe stato quello di creare fondi neri o, comunque, disponibilità di riserve da utilizzare per fini personali.
Oggi le Fiamme gialle, su disposizione della Procura, hanno perquisito i locali di via Carducci e alcuni uffici. Secondo la ricostruzione degli investigatori, tra il 2009 e il settembre dell’anno scorso, nei bilanci e nelle comunicazioni sociali sarebbero stati inseriti attivi in realtà inesistenti. Lo scopo sarebbe stato quello di ingannare gli stessi soci e il pubblico, violando le “norme penali” del codice civile, riguardanti il falso in bilancio.
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