Fallimento per l’Amia (che aveva già fallito)

Mentre Palermo affonda nell’immondizia non raccolta, tra proteste dei cittadini e incedi di cassonetti (con produzione di diossina che va ad aggiungersi alla diossina ‘regalata’ alla città dall’incendio di Bellolampo) il Tribunale fallimentare di Palermo ha dichiarato fallite l’Amia e l’Amia Essemme.

Queste due società si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. La dichiarazione di fallimento, per cervi versi clamorosa (si tratta, infatti, di una società che ha svolto, anche se male, un servizio pubblico essenziale), arriva mentre sulla ‘plancia di comando si trovavano tre Commissari inviati dal Governo nazionale di Mario Monti. Tre Commissari che non verranno certo ricordati per essere stati protagonisti di una buona amministrazione. Anzi.

Sotto la gestione di questi tre Commissari, la scorsa estate, è scoppiato l’incendio presso la discarica di Bellolampo. Un fuoco tutt’altro che purificatore che ha riempito la città e i centri vicini di diossina sotto gli occhi ‘distratti’ di tutte le autorità. Sempre con i Commissari al comando della società – e siamo ai nostri giorni – Palermo è stata sommersa dai rifiuti.

A niente sono serviti gli appelli del Sindaco della città, Leoluca Orlando, che ha più volte chiesto di potere gestire il servizio. Ma il Governo Monti (che, ricordiamolo, è sempre appoggiato da Pd, Pdl, mentre l’Udc è ormai nell’Ade della politica) si è sempre rifiutato di mollare l’osso, condannando i palermitani a vivere in mezzo l’immondizia. In questa storia dell’immondizia a Palermo non possiamo on registrare l’atteggiamento del Pd e del Pdl che, pur di danneggiare l’amministrazione Orlando, non hanno fatto altro, in queste settimane, che ‘bagnare il pane’ nella disamministrazione creata dalla gestione commissariale.

A porre fine a questa gestione fallimentare ha pensato la Giustizia, con la dichiarazione di fallimento per l’Amia. I giudici hanno anche nominato quattro curatori fallimentari: tre per l’Amia e uno per la società collegata, Amia Essemme. I curatori sono Paolo Bastia, di Bologna, Andrea Gemma, di Roma, Mario Serio, di Palermo, chiamati a gestire Amia spa; poi Francesco Macario, di Roma, che gestirà Amia Essemme.

I magistrati hanno autorizzato le due Aziende ad operare in regime di esercizio provvisorio. Almeno fino al prossimo 15 giugno. In pratica, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti verrà esercitato senza soluzione di continuità. Non si esclude una possibile proroga.

Il termine del 15 giugno potrà essere eventualmente prorogato. “L’ufficio della curatela – riferisce una nota dell’Amia – si è insediato ed ha avviato con immediatezza, e in spirito di leale collaborazione, i contatti con le pubbliche autorità ed il personale dell’azienda, cui è assicurato il corrente pagamento degli stipendi”.

Il Sindaco Orlando, da parte sua, fa sapere che il fallimento era “ormai inevitabile a causa della gestione prima ordinaria e poi straordinaria degli ultimi dieci anni, rivelatesi del tutto inadeguate e sulle quali ho sollecitato più volte interventi di vigilanza e controllo da parte degli organi competenti”.

“Mi sono già sentito con il Prefetto – aggiunge Orlando – ed ho già chiesto di incontrare quanto prima la Curatela fallimentare, cui spetta, d’intesa con il Tribunale, di assumere le prossime decisioni. Al Prefetto ho già manifestato e ai curatori fallimentari manifesterò ancora una volta la necessità che siano adottati tutti i provvedimenti urgenti ed indispensabili affinché alla città sia garantita la continuità della raccolta dei rifiuti”.

Intanto, come già detto all’inizio, ‘a munnizza è ancora per le strade di Palermo. Di questo dobbiamo ringraziare chi, fino ad oggi, ha amministrato questa società.

 

Redazione

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