Falcone e Borsellino nella memoria del presente e nel futuro

di Ivan Scinardo

“Passano gli uomini, ma le idee restano”: su questo motto di Giovanni Falcone è stato costruito un intero dibattito. Il giudice nisseno Giovanbattista Tona ha voluto contraddire il senso di questa frase evidenziando che Falcone e Borsellino non passeranno mai, ma rimarranno sempre vivi e presenti nella memoria presente e futura di tutti.

Sono stati momenti di grande emozione per centinaia di studenti della scuola media “Garibaldi”, di Enna, che ieri mattina hanno partecipato all’incontro con i magistrati delle procure di Enna e Caltanissetta, per parlare di legalità. Ospiti del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Enna, Calogero Ferrotti, il collega nisseno Sergio Lari, impegnato in questi giorni in Corte d’Assise nel cosiddetto “Borsellino quater”, il processo sulla strage di via d’Amelio, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, il mecenate Antonio Presti fondatore di Fiumara d’arte.

Magistrati che hanno lasciato per un giorno le aule dei tribunali o montagne di faldoni per dedicarsi all’educazione e alla sensibilizzazione dei giovani sul tema della legalità, ritenendolo un modo efficace per combattere il crimine e contribuire al progresso del territorio. Gli studenti, dalla scuola al Tribunale, hanno percorso il viale Diaz sotto un lungo drappo tricolore; alzabandiera e saluto militare e poi il convegno nella sala intitolata a Falcone e Borsellino.

Invitati dal dirigente scolastico Filippop Gervasi e dai suoi collaboratori, Paolo Patrinicola, Filippa Ilardo e Roberta La Martina, i magistrati hanno partecipato alla giornata più importante nell’ambito di un fitto programma inserito nella “Settimana della legalità” che ha come tema: “Giù le mani, per un mondo più giusto, per un mondo più nostro”. I principi della legalità si apprendono dalla nascita, prima all’interno della famiglia, poi nella scuola e nella società. A Enna si sono susseguite testimonianze ed esempi concreti tratti dall’esperienza quotidiana e scolastica di uomini e donne convinti che il rispetto delle leggi e degli altri è l’unica strada per una civile convivenza.

La mattinata si è aperta con la presentazione e la visione del film del regista siciliano Pasquale Scimeca dal titolo: “Convitto Falcone”, prodotto dalla Arbasch film, di Linda Di Dio. La sala e il foyer del Tribunale con centinaia di giovani seduti a terra davanti i maxi schermi ad ammirare un documento filmico con momenti di finzione e interviste reali a Giovani Falcone e Paolo Borsellino.

Gli interventi che si sono succeduti sono stati tutti di grande spessore culturale oltre che di cronaca giornalistica. Ferrotti ha voluto evidenziare come il Tribunale non debba essere visto come un luogo punitivo, ma come una sorta di piazza aperta dove incontrarsi per discutere di legalità. Gli ha fatto eco il presidente dell’ordine degli avvocati di Enna, Giuseppe Spampinato, che ha parlato del sistema giustizia e della preoccupante situazione dei procedimenti pendenti non solo a Enna, ma in tutto il nostro Paese, con quasi 4 milioni di cause in corso.

Le testimonianze più toccanti sono state quelle di Lari e Tona. Il procuratore di Caltanissetta, in corsa per la Procura nazionale antimafia, ha avuto un momento di smarrimento alla domanda del moderatore su quali emozioni ha provato nell’interrogare e guardare negli occhi gli assassini di Falcone e Borsellino Lari, che fu anche amico intimo di Giovanni Falcone, nonostante i tanti anni di servizio e quindi l’allenamento sul campo nel frenare le emozioni, non ha nascosto tutta la sua rabbia verso i killer, ma soprattutto ha evidenziato aspetti inediti nella ricostruzione dell’indagine su via D’Amelio con elementi purtroppo trascurati ma di fondamentale importanza.

Tona ha suggerito al preside e agli insegnanti la necessità di ripristinare la materia dell’educazione civica, invitando i ragazzi a leggere e metabolizzare la Costituzione italiana.

Un fiume in piena il discorso del mecenate Antonio Presti che ha mostrato le foto di Fiumara d’arta raccontando con parole semplici come si può rendere bello un luogo brutto, citando come esempio il quartiere di Librino a Catania. Lasciate perdere Facebook, e leggete di più, ha detto Presti agli studenti. La conoscenza vi renderà liberi.

Poi il sogno e la visione di trasformare le miniere abbandonate in luoghi culturali. Le testimonzane spontanee degli studenti e le conclusioni del preside con la consegna delle targhe ricordo, hanno concluso la seconda giornata della settimana della legalità che si concluderà domani.

 

 

 

Redazione

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