Che la riforma delle Province rappresentasse una delle pagine più travagliate della recente storia politica siciliana è da tempo un dato di fatto, il rischio però è che si trasformi anche in una delle più grottesche. L’ultimo dietrofront ha riguardato la disputa sulle elezioni di secondo livello – ovvero quelle in cui a votare sarebbero soltanto i sindaci e i consiglieri dei Comuni -, con larga parte dei deputati regionali a spingere per l’ennesimo rinvio. Presa di tempo utile per sperare in un ripristino dell’elezione diretta di presidenti e consigli di Aree metropolitane e Liberi consorzi.
A riguardo l’Ars ha incardinato, nei giorni scorsi, un disegno di legge. Una mossa resa possibile dall’apertura di una finestra legislativa ad hoc, concessa dal presidente Giovanni Ardizzone, nel pieno delle discussioni in materia di legge finanziaria. Ma a fronte dell’impegno dei politici di sala d’Ercole – per i più maliziosi frutto del desiderio di creare le condizioni per ottenere nuove poltrone, date le riduzioni in vista per Ars e consigli comunali – oggi in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto presidenziale che indice l’elezione nei Liberi consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani per il 26 febbraio, dalle 8 alle 22.
Con molta probabilità, tuttavia, si tratterà dell’ennesima contraddizione, con l’Ars che cercherà di approvare il ddl già passato in commissione Affari istituzionali, che prevede il voto per il 30 luglio. Un cortocircuito, quello tra giunta e assemblea, che potrebbe portare a nuove polemiche all’interno della maggioranza.
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