Un progetto crocevia, un passaggio fondamentale a cui legare la ripartenza economica di Acireale e dell’intero hinterland, a maggior ragione dopo la calamità naturale della scorsa settimana. Che il progetto di realizzazione dell’Hilton a Capomulini faccia parlare di sé non è una novità. L’interesse sul futuro dell’ormai ex Perla Jonica risale a diversi anni fa, quando iniziò il travagliato iter di vendita; una vicenda costellata di colpi di scena, giudiziari e non, che ha avuto la parola fine soltanto pochi mesi fa con l’ufficializzazione dell’acquisizione della struttura da parte dello sceicco Hamed Bin Ahmed Al Hamed.
Per parlare di ciò che accadrà da ora in poi, fino all’apertura di quello che punta a diventare il principale resort di lusso del Mediterraneo, si è svolta stamani ad Acireale un tavolo di concertazione a cui hanno preso parte le sigle sindacali – Filca- Cisl, Feneal Uil e Fillea- Cgil –, il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, e l’amministratore delegato della Item Srl, la società di riferimento dello sceicco in Italia, Salvatore La Mantia. Presente all’incontro anche il deputato regionale Nicola D’Agostino. Tra i temi più discussi, la possibilità di puntare sulla manodopera locale: «Sarebbe opportuno – ha dichiarato in apertura il primo cittadino acese – pensare agli operai acesi. Nel rispetto delle libertà che le ditte avranno di scegliere la manodopera, come amministrazione riteniamo sia giusto trovare le modalità per favorire un processo del genere».
I lavori si divideranno in due fasi: la prima, che dovrebbe durare diciotto mesi, sarà incentrata sul recupero della struttura, mentre la seconda riguarderà perlopiù il lancio del nuovo progetto imprenditoriale, fino all’inaugurazione del nuovo polo turistico di lusso. «Si tratta di un’opportunità importantissima per il rilancio della città – ha dichiarato Claudio Longo di Fillea-Cgil – Acireale ha avuto il suo respiro nel settore delle costruzioni quando furono realizzate le scuole superiori, ma parliamo di tanto tempo fa». Il sindacalista ha poi ricordato come il settore edile sia capace di dare vita a un vasto indotto: «Meglio parlare di una filiera, che si basa su ben ottanta settori produttivi. Ogni operaio edile che lavora, infatti, fa lavorare altre cinque persone».
Sulla richiesta dei sindacati di puntare sulla manodopera locale, Longo ha dichiarato che si tratta di «promuovere valvole di sfogo occupazionali» senza tuttavia puntare a imboccare la strada che porterebbe a una guerra tra i poveri. «Secondo i nostri calcoli – ha continuato il sindacalista – soltanto nella prima fase dovrebbero operare almeno 400 operai edili. Puntare sui lavoratori locali è necessario: le nostre sedi, ogni giorno, sono piene di persone disperate». Tra le istanze delle sigle sindacali anche quella di trovare le condizioni per affermare la legalità che, in una situazione come questa, potrebbe essere in serio pericolo: «Nel progetto Hilton – ha sottolineato Longo – le possibilità di attirare gli appetiti della malavita organizzata sono altissime, per questo è giusto che ci si sforzi per arrivare a un protocollo d’intesa che punti alla legalità».
Propositi e obiettivi che, stando alle parole dell’amministratore delegato della Item Srl, Salvatore La Mantia, sarebbero condivisi anche da chi ha scelto di investire un fiume di soldi in Sicilia: «Posso rassicurare che sulla trasparenza non ci saranno problemi. Ricordo – ha ricordato La Mantia – che siamo usciti puliti da ben tre indagini della Procura. Peraltro, già quattro anni fa aprimmo il tavolo della White list e la Prefettura ci ha seguito da allora dimostrando come i flussi di denaro arrivassero direttamente dai conti correnti di Al Hamed». Per quanto riguarda l’utilizzo di manodopera locale, l’amministratore delegato della Item Srl ha rassicurato i sindacati: «Chi ha comprato l’ex Perla Jonica mi disse di assumere soltanto persone di Capomulini e io fui costretto a spiegargli che probabilmente l’intera popolazione non sarebbe stata sufficiente. Questo – ha spiegato La Mantia – per assicurare tutti che utilizzare la manodopera locale è interesse anche nostro. Escludo, pertanto, che ci si affiderà a stranieri. Peraltro noi abbiamo imposto contrattualmente che il general contractor abbia l’obbligo di affidarsi a imprese locali; per quanto invece riguarderà i subappalti siamo disponibili a trovare le strategie migliori affinché anche in quel caso si punti il più possibile sulle realtà del posto».
La Mantia si è poi concentrato anche su ciò che concernerà la seconda fase dei lavori, quelli che serviranno a far partire il progetto Hilton: «Fondamentale, è inutile dirlo, sarà l’inglese e per ovviare a un problema che è indubbiamente cronico stiamo parlando con Hilton affinché si possano organizzare tirocini e corsi di formazione che comprendano periodi negli hotel della catena situati all’estero». Principali interessati saranno i giovani: «Specialmente nel settore del front office, essere giovani sarà uno dei requisiti che saranno presi in considerazione». L’amministratore della Item Srl si è poi congratulato con la burocrazia locale capace di fornire «ben 52 pareri in appena due mesi».
Sull’importanza del progetto, si è espresso anche il deputato regionale Nicola D’Agostino: «Riteniamo sia necessario concordare un protocollo – ha affermato – affinché l’ufficio di collocamento di Acireale diventi crocevia delle richieste di assunzioni, che non devono arrivare direttamente alla Item o ai politici. Questo per evitare il più possibile raccomandazioni e altre forme di pressioni».
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