Ex Inam, dopo otto anni immobile è ancora occupato Sindaco Paternò vuole che Asp lo metta in sicurezza

Dopo otto anni a Paternò non c’è ancora una via d’uscita per la struttura dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie. Immobile di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale etnea in disuso dal 2011 e diventato, con il passare del tempo, ricovero di migranti e senza fissa dimora. Nella maggior parte dei casi gli occupanti sono i lavoratori impegnate nelle campagne del circondario di Paternò. Per capire le possibile soluzioni il sindaco Nino Naso e il comandante dei vigili urbani Nino La Spina sono stati convocati dal prefetto Claudio Sammartino. L’occasione è stata quella della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, a cui hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine del territorio.  

Da quanto si apprende a richiedere la convocazione sarebbe stata proprio l’Asp, la quale dovrebbe procedere alla bonifica dell’immobile. Prima però è necessario sgomberare la struttura dalla presenza di inquilini non autorizzati. Operazione che dovrebbe essere preceduta da una sorta di censimento da parte dei vigili urbani. Seconda una stima fornita dal comando dovrebbero trovarsi dentro la struttura una trentina si persone, provenienti dall’Africa e dalla Romania. 

Dall’esterno della struttura è possibile notare immondizia e materassi, gli stessi che si trovano anche all’interno di una cabina Enel dismessa, ricadente dentro l’area perimetrale della struttura. Dalle finestre che si affacciano al primo piano dell’immobile si notano camicie e calzini stesi ad asciugare. 

Già nel 2016 l’ex sindaco Mauro Mangano era intervenuto con una ordinanza rivolta all’Asp, con la quale si invitava l’azienda ad attivarsi per mettere in sicurezza l’ex Inam, chiudendo tutti gli accessi. Allo stato attuale gli inquilini entrerebbero da una porta secondaria ubicata in via della Palestra. Sulla vicenda il sindaco Naso ha programmato una specifica ordinanza con la quale imporrebbe all’Asp di intervenire per mettere in sicurezza l’edificio. 

Salvatore Caruso

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