Evasione Tari, il Comune mira a revocare le licenze Il regolamento in Consiglio. «Chi paga lo fa per tutti»

I continui solleciti del ragioniere generale Bohuslav Basile e dell’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino alla fine ottengono lo scopo prefissato dal Comune. E così finalmente il regolamento sulle tasse comunali, già contestato dai commercianti palermitani soprattutto per la drastica misura che prevede la revoca delle licenze per chi evade, arriva a Sala delle Lapidi. Negli scorsi giorni Basile, con una nota, si era spinto a evocare lo spettro della Corte dei Conti: il consiglio comunale, infatti, avrebbe dovuto approvare il regolamento entro il 31 dicembre 2019. Eppure, nel 2020 appena iniziato, l’aula consiliare è rimasta impantanata. 

Nella seduta presieduta dal vicepresidente Giulio Tantillo, la decisione sull’approvazione viene ulteriormente rinviata al prossimo lunedì alle ore 11, in occasione della conferenza dei capigruppo. Segno che i 30 consiglieri mal digeriscono un atto che, in vista delle elezioni comunali del 2022, potrebbe risultare scomodo. Sia le opposizioni che la stessa maggioranza sono infatti apparsi divisi sulla necessità impellente dell’adozione e sui termini previsti dal regolamento. A provare a mettere un punto, lanciando ciambelle di dialogo al Consiglio, è l’assessore D’Agostino.

«Abbiamo un notevole tasso di evasione, con la Tari che viene pagata mediamente dal 35 per cento dei contribuenti – ricorda l’esponente della giunta Orlando – Si tratta di circa 40 milioni di euro di mancati introiti: abbiamo avuto pagamenti per circa 80 milioni, mentre ce ne aspettavamo 123. Posto che dobbiamo pagare alle aziende partecipate quanto stabilito dal contratto di servizio, abbiamo dovuto fare riferimento ai fondi comunali, togliendoli ad altre attività che potevano essere premiate come le attività sociali e le scuole. E nel contempo abbiamo dovuto fare un accantonamento sui fondo crediti di dubbia esigibilità. La situazione attuale è insostenibile». 

D’altra parte l’anno scorso lo stesso Consiglio aveva votato all’unanimità, durante le manovre di assestamento, l’adempimento di misure necessarie al mancato pagamento delle tasse comunali. Dopo il sì della giunta Orlando, dunque, l’ok del Consiglio tarda ad arrivare. I dati della morosità palermitana, già noti da tempo, riguardano soprattutto le utenze non domestiche. Non solo nei quartieri popolari e nelle periferie, ma anche nel centro storico colmo di turisti.

 «In particolare, senza voler vessare alcuna categoria, abbiamo individuato che la maggiore evasione è tra gli esercizi commerciali – conferma D’Agostino – In alcune tipologie e in alcune zone si raggiungono valori davvero notevoli, quasi si fosse raggiunta una sensazione di impunità. Chi paga finisce per pagare anche per coloro che non lo fanno. Prima di procedere all’ultima ratio, cioè togliere le licenze, bisogna prima verificare se la Tari non viene pagata per un anno, poi il Comune suggerisce una rateizzazione di provvedimento operoso: c’è cioè una procedura precisa e ampia per dare delle possibilità d’uscità, prima di passare alla sospensione e alla revoca della licenza. La modalità non mi pare dunque vessatoria, vogliamo stare accanto a chi ha problemi a pagare. Non vogliamo chiudere attività ma non possiamo in nessun caso consentire che ci sia chi non paghi. Al momento d’altra parte basta cambiare la ragione sociale e recuperare i crediti diventa difficile». 

Il regolamento comunale, in ogni caso, riprende soltanto una legge nazionale voluta fortemente dal M5s. «Volevamo rendere concrete le misure di salvaguardia previste dal decreto Crescita – spiega la dirigente Maria Mandalà, coordinatrice del Settore Tributi da luglio – Sono stati molti gli uffici coinvolti, sin dall’estate. Abbiamo adeguato la modulistica e poi abbiamo predisposto il testo, oltre a chiedere alla Sispi il supporto per i moduli. Questo strumento può dare una svolta all’ente comunale». Sulla stessa linea anche il capo area Basile.

«L’anno scorso – spiega il ragionere generale – è stata stabilita la facoltà di dotarsi uno strumento che prevede come la concessione di un’autorizzazione commerciale sia subordinata al pagamento di tutte le tasse comunali. E’ quello che proponiamo con questa delibera. Nel caso del Comune di Palermo il tasso di riscossione dei tributi locali è, come si sa, è notevolmente basso. Ogni anno noi anticipiamo 110 milioni di euro, ecco perché il nostro ente continua a pagare con regolarità i fornitori. Quello che proponiamo è un regolamento snello, sul quale siamo comunque pronti a modifiche». 

Correttivi che però arriveranno la prossima settimana. Sempre che non arrivi un’altra emergenza da inseguire.

Andrea Turco

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