Febbre da candidatura per i partiti impegnati già da tempo nelle elezioni europee che andranno in scena dal prossimo otto giugno. Una data segnata in rosso sui calendari di ogni segreteria e per cui già è bagarre per strappare una candidatura e un buon posizionamento in lista, magari eliminando la concorrenza ancora prima della tenzone elettorale. Al centro dell’attenzione ovviamente c’è il centrodestra, che sarà impegnato in una sorta di tutti contro tutti a cui, nonostante i civili rapporti da coalizione sbandierati, sono più che abituati a schermaglie, ripicche e fratture.
Le Europee inoltre sono storicamente, per calendario, un gigantesco banco di prova per le leadership di turno e non è escluso che dal risultato delle urne possa dipendere un rimpasto della giunta regionale figlio dei nuovi equilibri. Per questo la lotta sotto traccia è già serrata. La Lega è quella che rischia di più, visto anche il momento non proprio florido a livello di appeal, soppiantata quanto a immagine dai Fratelli d’Italia piglia tutto in Sicilia, che in più occasione hanno imposto nomine e candidature. Annalisa Tardino è sicura del posto di capolista per le Isole, un posizionamento di compensazione, dopo il passo indietro fatto da commissaria del partito in Sicilia, dove ha lasciato il posto a Claudio Durigon, luogotenente di Matteo Salvini e guida temporanea più gradita a diverse anime di peso come Luca Sammartino.
E proprio il vicepresidente della Regione potrebbe essere l’asso nella manica per portare acqua al mulino leghista in termini di preferenze, vista anche la presenza tutt’altro che abbondante di nomi in grado di eguagliare i suoi numeri. Gli altri candidati di spicco potrebbero arrivare da casa MpA, con il confederato Lombardo chiamato a propiziare risultato. Sammartino potrebbe doversi scontrare con l’unico in grado di batterlo sui numeri alle ultime Regionali, Edy Tamajo, compagno di giunta e possibile presenza tra le fila di Forza Italia, altro partito bisognoso di una prestazione di rilievo per aumentare il credito o per diminuire l’influenza di FdI. E per farlo potrebbe puntare pure su Marco Falcone, assessore all’Economia di Schifani. Interessante sarà vedere cosa farà al centro Totò Cuffaro, con la Dc estromessa già da mesi dal listone di Forza Italia, che tenterà di non sfigurare in solitaria. Stessa cosa che proverà a fare Saverio Romano con Noi moderati, che hanno annunciato il work in progress della lista.
Sul fronte di Fratelli d’Italia, invece, all’apparenza non c’è troppa definizione. Il calderone da cui scegliere è nutrito e non ci sono prime donne, o meglio, in tanti vorrebbero esserlo. I nomi sul piatto sono molti: da Giuseppe Milazzo, ex europarlamentare, ora consigliere comunale a Palermo, a Francesco Paolo Scarpinato, che i suoi voti li ha sempre portati, passando per Elvira Amata e Giusy Savarino. Ma i discorsi aperti sono molteplici. Così come lo sono a sinistra, dove il Pd lavora per la lista, nonostante le sirene che volevano un progetto unitario con Cateno De Luca. Con il sindaco di Taormina e il Movimento 5 Stelle si tratterà dopo le Europee per costruire il muro che sfiderà il centrodestra alle prossime Regionali. I cinquestelle da par loro presenteranno invece la solita lista in cui metteranno insieme pezzi della società civile ad attivisti, caldi i nomi di Federico Piccitto e Patrizio Cinque, rispettivamente ex sindaco di Ragusa e Bagheria e dell’ex capogruppo all’Ars Giovanni Di Caro.
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