A fine febbraio erano solo voci di corridoio, il fermento politico in vista delle elezioni europee. A fugare ogni dubbio è stato quello che il sindaco di Messina Cateno De Luca ha definito il patto della pignolata. Un accordo suggellato a Palermo con il presidente dell’assemblea regionale siciliana, nonché massimo esponente di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, per la candidatura a Strasburgo dell’attuale assessora comunale Dafne Musolino.
I segnali per una condivisione del percorso in fondo c’erano già stati. A partire dalle parole di apprezzamento nei confronti di De Luca della parlamentare forzista Matilde Siracusano, eletta a furor di popolo alle scorse Politiche, e dalla vicinanza alla città mostrata dalla senatrice Urania Papatheu, che ha chiesto l’invio di una commissione per la questione baracche.
La candidatura di Musolino verrà ufficialmente presentata venerdì mattina a Palazzo dei Leoni. E fino a quel giorno dalla diretta interessata nessun commento. «Sono in silenzio stampa», chiosa al telefono. Ma gli indizi che stia mutando il clima politico in casa azzurra ci sono tutti. Come conferma la scelta De Luca. Da battitore libero ha messo a disposizione del partito del Cavaliere una delle personalità più importanti della sua squadra. Una decisone che, secondo fonti vicine al primo cittadino, sarebbe maturata dopo aver interloquito direttamente con Berlusconi. In questo contesto, la mossa di De Luca potrebbe rappresentare una nuova carta da giocare per far sì che il partito di Berlusconi possa ritrovare smalto a livello locale e divenire «vera alternativa alle forze di governo nazionale», così come dichiarato dall’assessora regionale agli Enti locali Bernadette Grasso.
«De Luca mantiene la sua autonomia, al momento ha solo fatto un accordo per le Europee – commenta l’esponente del governo Musumeci -. Quello che verrà domani non lo posso sapere. Di certo tutti sanno che in Forza Italia c’è una connotazione moderata. Stiamo cercando di raccogliere tutte le sensibilità della destra che non si riconoscono in quella identificata con la Lega. Inoltre oggi con l’introduzione del regionalismo differenziato la politica e i cittadini dovrebbero prendere le distanze da una politica come quella leghista che spinge sempre di più il Nord e marginalizza la Sicilia».
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