Dopo le elezioni europee era già previsto che si sarebbe riaccesa la musica e che sarebbe ricominciato il ballo delle poltrone, e così sarà. Anche perché a palazzo d’Orleans si libererà almeno un posto, quello di Marco Falcone, assessore all’Economia, neoeletto parlamentare europeo, che ha fatto la sua scelta già al momento della candidatura: andrà a Strasburgo a onorare il mandato elettorale. Incerto invece il futuro di Edy Tamajo, ancora una volta mister preferenze, ma che non ha ancora deciso se andare o restare. Di certo c’è che di rimpasto di giunta si parlava e rimpasto sarà. Ma su questo non potrà non pesare la nuova distribuzione del peso elettorale disegnata dall’ultimo appuntamento con le urne, con un’ombra che si allunga sul capo di Renato Schifani: quella degli ex presidenti.
Forza Italia rediviva torna a essere il primo partito in Sicilia e questo è il dato fondamentale che potrebbe cambiare le carte in tavola. Un primato che ha un prezzo e a dirlo è la banale aritmetica. Forza Italia si impone su Fratelli d’Italia con ben 52mila voti di vantaggio, un numero importante, è vero, ma che adesso non potrà non tenere conto di due elementi. Da una parte il presidente della Regione, uomo storico di Forza Italia dovrà considerare che tra i 33053 voti azzurri ci sono quelli di Caterina Chinnici, terza e prima dei non eletti, che portato a casa più di 90mila voti, una manciata in meno rispetto a un pezzo da 90 come Marco Falcone. Un piccolo exploit nascosto solo dalle enormi prestazioni degli stessi Tamajo e Falcone. Rimasta fuori dai giochi, Chinnici, potrebbe rientrare dalla finestra prendendosi una delega da assessora regionale. Difficilmente quella all’Economia, più probabile quella alla Salute, che per lei suonerebbe come un ritorno in una giunta regionale.
Caterina Chinnici che nel corso dei suoi incontri elettorali, molti dei quali condivisi proprio con Marco Falcone, ha più e più volte sprecato attestati di stima nei confronti di Raffaele Lombardo, colui che per primo la volle come assessora. Ma anche colui che sull’assessorato alla Salute ha consolidato maggiormente la sua influenza politica nei mesi trascorsi da presidente della Regione. La nomina di Chinnici all’interno del governo di quello che era stato il suo sfidante alla presidenza della Regione non più di due anni fa potrebbe riportare in auge dunque la figura del leader dell’Mpa, che finora aveva scelto un basso profilo quanto a esposizione politica e mediatica.
Ma tra i 330 e rotti mila voti di Forza Italia ci sono anche i 68mila di Massimo Dell’Utri, che ha sì beneficiato dei voti di Noi moderati, partito che rappresenta a livello regionale, ma ha catalizzato su di se una parte delle preferenze in arrivo da parte della Democrazia cristiana di Totò Cuffaro. Un altro ex presidente che ritorna e potrebbe chiedere quello che in parte non gli è stato concesso subito dopo l’insediamento del governo a palazzo d’Orleans, anche perché no, tramite lo stesso Dell’Utri, che ha dato una mano a una causa forzista, segnando anche lui nel suo piccolo il definitivo ritorno degli ex presidenti.
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